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Recovery, Conte: “Struttura governance necessaria, ma manager non tolgono potere a ministri”

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ribadisce la necessità di creare una struttura di governance guidata da sei manager per il Recovery plan. Ma, allo stesso tempo, assicura anche che queste figure non commissarieranno i ministri: “I responsabili di missione hanno compiti di monitoraggio e non sottraggono poteri, prerogative e competenze ai ministri”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, rivendica la necessità di pensare a una struttura capitanata dai sei manager per il Recovery plan e assicura che i ministri non sono stati commissariati e che i due ruoli non sono in alcun modo sovrapponibili. Conte parla in un lungo colloquio con l’Adnkronos e precisa: “Creare una struttura per assicurare il monitoraggio dei migliaia di cantieri che ne nasceranno – pensate solo alla ristrutturazione degli edifici scolastici e più in generale degli edifici pubblici – una struttura che assicuri un monitoraggio, il rispetto dei tempi, è assolutamente necessario o diventa impossibile assicurare che quei soldi vengano spesi in pochi anni”.

Secondo il presidente del Consiglio, senza una struttura ad hoc “non potremmo nemmeno controllare se si rispettano i tempi, se si è in ritardo”. La governance andrà in un decreto apposito e non in legge di Bilancio, assicura ancora l'inquilino di Palazzo Chigi: “Sarà offerta al Parlamento, ché è giusto possa esprimersi”. “Quel che è importante è assicurare certezza dei tempi – prosegue Conte – non possiamo sprecare risorse, dobbiamo puntare su velocità e semplificazione”.

Conte parla ancora della struttura, composta da sei manager: “Nella norma non c'è scritto quanti saranno ma ragionevolmente, trattandosi di sei missioni, si può pensare a sei manager, ciascuno per ogni missione proprio per evitare di moltiplicare posizioni e staff. Una struttura minima e senza centinaia di commissari”. Ma rimanendo sul tema, Conte sostiene che ci sia stato un “colossale fraintendimento: i responsabili di missione hanno compiti di monitoraggio e non sottraggono poteri, prerogative e competenze ai ministri, ad amministrazioni centrali e periferiche. La politica non è mai stata commissariata, non l'abbiamo mai pensato: la norma non è stata compresa o non è stata letta con attenzione”.

Per il presidente del Consiglio “si è solo pensato a una clausola di salvaguardia nell'ipotesi in cui le amministrazioni centrali non potessero intervenire a esercitare poteri sostitutivi, ecco che allora, per garantire la realizzazione di un intervento ed evitare che si sprechino risorse, i responsabili delle missioni possono intervenire, ma con l'autorizzazione del Cdm”. Il confronto sulla questione non è comunque concluso e proseguirà in Consiglio dei ministri: “Sono certo che troveremo la formula giusta per garantire e assicurare all'Italia e a tutti gli italiani la possibilità di vincere questa scommessa, di spendere in pochi anni 209 miliardi”.

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