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Recovery, anche dal Senato arriva il via libera al Pnrr: approvata la risoluzione di maggioranza

Anche il Senato dà il via libera al Piano nazionale di ripresa e resilienza di Mario Draghi. A Palazzo Madama è stata approvata in serata la risoluzione di maggioranza sulle comunicazioni del presidente del Consiglio sul Recovery plan: 224 voti a favore, 16 contrari e 21 astenuti. Come alla Camera si sono astenuti i parlamentari di Fratelli d’Italia. Ora il governo invierà il Piano alla Commissione europea.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Il Senato ha approvato la risoluzione di maggioranza sul Pnrr. Con il via libera di entrambe le Camere, il governo Draghi invierà alla Commissione europea il testo del suo Piano di ripresa e resilienza. La discussione in Aula si è portata dietro molte polemiche, rivolte soprattutto ai tempi ritenuti troppo stretti da un gran numero di parlamentari, che hanno chiesto più tempo per analizzare il piano di più di trecento pagine. Su questo Draghi è stato chiaro oggi: rispettare la data del 30 aprile, scadenza entro la quale il Pnrr sarà inoltrato alla Commissione Ue, ci permetterà di ricevere la prima parte dei fondi del Recovery prima dell'estate.

Il voto in Senato si è concluso in serata, quando è stata approvata la risoluzione di maggioranza sulle comunicazioni del presidente del Consiglio con 224 voti a favore, 16 contrari e 21 astenuti. Ad astenersi sono stati i senatori di Fratelli d'Italia, così come avevano fatto nel pomeriggio i loro colleghi deputati a Montecitorio. Inoltre sono state respinte le altre due risoluzioni proposte al Senato riguardanti le comunicazioni di Draghi sul Recovery plan. Su entrambe il governo aveva dato parere negativo: quella depositata da Fratelli d'Italia ha avuto 19 sì, 232 no e 7 astensioni, mentre l'altra, firmata dalla senatrice del gruppo Misto, Bianca Laura Granato, ha ricevuto 242 no, 14 sì e 4 astensioni.

Nella sua replica al Senato, il presidente del Consiglio ha chiarito, ancora una volta, la portata rivoluzionaria del Recovery plan: "Il Pnrr inaugura una diversa stagione di politica fiscale a livello europeo, è una scommessa che facciamo tutti in Europa, con l’Italia in prima fila". Draghi ha precisato che "saremo responsabili del successo o della perdita di questa scommessa" e che la sconfitta "sarebbe grave, perché non ci sarà più altra occasione di convincere i Paesi europei a mettere i soldi insieme".

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