Reato di saluto romano, Dori (Avs): “Servirà a impedire scene come quelle dell’inchiesta di Fanpage”
A seguito dell’inchiesta "Gioventù Meloniana" realizzata dal Backstair di Fanpage, l’attenzione è tornata prepotentemente sulle adunate dell’estrema destra italiana. Tra i “riti” a cui prendono parte anche i militanti di Gioventù Nazionale, infatti, molti prevedono linguaggi e gestualità tipiche di fascismo e neofascismo: uno su tutti, il saluto romano. Fino a ora il braccio teso non è mai stato trattato come un reato perseguibile, ma il deputato Devis Dori (Alleanza Verdi-Sinistra) sa da dove arriva questa lacuna e ha presentato un emendamento: "La Cassazione in alcune sentenze ha ribadito il principio secondo cui il saluto romano costituisce reato, ma solo in caso di "concreto pericolo" di ricostituzione del partito fascista, di fatto sdoganando le adunate – ha spiegato a Fanpage il parlamentare – Solo un intervento del legislatore può chiarire questa situazione e impedire scempi di questo genere". In effetti, la Corte di Cassazione si era espressa a gennaio a sezioni riunite per una sentenza dirimente sull'argomento, e così le "commemorazioni" sono state di fatto legalizzate anche di fronte a centinaia di braccia tese: "L'opinione pubblica rimane scioccata di fronte a manifestazioni come quelle di Acca Larentia – ha commentato Dori – ma anche quando si parla di occasioni più piccole, come quelle che si verificano nel territorio in cui sono stato eletto, nella provincia di Como".
E ora punta a inserire l'emendamento alla legge Scelba, la prima in materia di apologia di fascismo, nel Pacchetto sicurezza che è in discussione alla Commissione Giustizia della Camera. A essere modificato sarebbe l'articolo 5 della legge del 1952, con una semplice aggiunta: nel punto in cui si parla di chi compie "parole, gesti o in qualunque altro modo compie pubblicamente manifestazioni usuali al disciolto partito fascista" l'emendamento introduce una specifica, ovvero "incluso il saluto romano". Una puntualizzazione che dovrebbe essere scontata, secondo Dori, dal momento che la legge Scelba è già molto esplicita: "L'articolo 1 della legge afferma che "un gruppo di persone non inferiore a cinque che compie manifestazioni esteriori di carattere fascista" va inteso come "riorganizzazione del partito fascista" – ha spiegato il deputato – Allora non si comprende perché la Cassazione affermi di fatto il contrario, come se fosse tutto a discrezione del giudice a valutare il caso concreto al di là della consistenza numerica prevista dalla stessa legge".
Dori il 25 aprile aveva proposto di lasciare vuoto lo scranno da cui Giacomo Matteotti pronunciò l'ultimo discorso prima di essere assassinato. La proposta, come annunciato il 30 maggio dal presidente della Camera Lorenzo Fontana, è stata accolta. Anche stavolta c'è stata una timida apertura: a fronte di tanti emendamenti al Pacchetto sicurezza dichiarati inammissibili dalla Commissione giustizia, quello che porta la firma di Dori e del collega Filiberto Zaratti è stato ammesso alla discussione. E ciò vuol dire che potrà essere discusso alla Camera: "E credo proprio che potrebbero esserci dei disordini simili a quelli che abbiamo visto la scorsa settimana – ha commentato il deputato – Ci sarà una bella battaglia. L'inchiesta di Fanpage ha aperto il vaso di Pandora e va fatta pressione già prima del voto in Commissione".
Sul testo, nonostante l'ammissibilità, è già arrivato parere negativo della maggioranza e in particolare del sottosegretario all'Interno Nicola Molteni: "La settimana scorsa sono stati dati i pareri sui primi dieci articoli del Pacchetto sicurezza e hanno dato parere contrario anche al nostro emendamento, che è un'integrazione dell'articolo 1. Non è ancora andato in votazione, probabilmente se ne parlerà la prossima settimana – ha continuato Dori – In caso di bocciatura in Commissione, lo ripresenteremo in aula e sarà tutto più evidente. Un voto contrario sul reato di saluto romano non potrà passare sottotraccia".