Rdc, Conte: “Un sms per dire a migliaia di famiglie di arrangiarsi, i vitalizi però restano”
"Un sms per dire a 169mila famiglie ‘arrangiatevi'. Quello che arriva oggi dall’Inps, grazie alle scelte del Governo Meloni su Reddito e Pensione di cittadinanza, è un messaggio chiaro: lo Stato ha deciso di sospendere il sostegno": è il commento di Giuseppe Conte agli sms, ricevuti oggi da migliaia di famiglie, che annunciavano la sospensione del reddito di cittadinanza.
"Poco importa se queste persone stiano attraversando un momento di difficoltà dovuto alla mancanza di lavoro, o se quei soldi servivano loro per integrare uno stipendio da fame. Dal 1° agosto zero", ha aggiunto Conte, in un post condiviso sui social.
Per poi aggiungere: "Poche ore fa, però, il governo ha mandato un altro messaggio, dai toni assai diversi. Lo ha mandato, con un decreto, alle multinazionali e alle grandi società energetiche che hanno accumulato enormi extraprofitti grazie all'aumento dei costi dell'energia e delle bollette che pagano famiglie e imprese. Il messaggio dice più o meno così: lo Stato ha deciso di concedervi la possibilità di pagare la tassa sugli extraprofitti con un comodo ritardo di 5 mesi, senza sanzioni e interessi".
Il leader del Movimento Cinque Stelle ha poi concluso: "Non arriverà invece alcun messaggino agli ex senatori per tagliare i vitalizi, che anzi sono stati ripristinati qualche settimana fa. Messaggi diversi ma con una sola certezza. Per il governo il mondo gira alla rovescia".
A ricevere il messaggio dell'Inps sono state circa 169 mila famiglie beneficiarie del reddito di cittadinanza. Che però, appunto, con l'entrata in vigore della nuova normativa del governo Meloni, non percepiranno più il sussidio. Per questi nuclei, considerati occupabili, è stata quella del 27 luglio.
Gli assistenti sociali hanno però denunciato come la situazione sia già diventata caotica, con molti uffici presi d'assalto dalle persone che non hanno idea di che cosa succederà adesso. Molte delle persone che hanno ricevuto il messaggio, infatti, dovranno essere prese in carica dai servizi sociali. I presidi sul territorio, però, faticano a gestire la grande quantità di persone che si trovano ora in questa situazione.