Quota 103 per andare in pensione, il governo vuole confermarla tagliando gli assegni più alti
Su Quota 103 non ci sono molti dubbi: verrà confermata anche per il 2024. Il problema è capire con quali fondi rinnovare lo scivolo per andare in pensione prima di quanto previsto dalla legge Fornero. Di passare a Quota 41, vera promessa elettorale della Lega, al momento non se ne parla. È una misura troppo costosa e inapplicabile con i saldi a disposizione oggi per scrivere la legge di Bilancio, a maggior ragione dopo lo scoppio della guerra in Israele e le conseguenze economiche che ne deriveranno. Ieri sera al vertice di maggioranza, non a caso, la presidente Meloni e il ministro Giorgetti hanno chiesto estrema prudenza ai partiti.
Perciò il governo prorogherà Quota 103, che si traduce in 41 anni di contributi e 62 di età anagrafica per andare in pensione. È lo scivolo previsto già per quest'anno, che nel 2023 ha permesso a migliaia di persone di andare in pensione anticipatamente. Non ci saranno altre alternative generalizzate, al netto di alcuni trattamenti particolari come l'Ape sociale per alcune categorie di lavoratori che svolgono mansioni usuranti, e di Opzione donna, fortemente limitato dopo la riforma del governo Meloni.
Per finanziare il rinnovo della misura, però, manca almeno un altro miliardo di euro, che il governo sta cercando di capire dove trovare. Al momento, secondo quanto riporta il Messaggero, la soluzione più probabile è un nuovo inasprimento delle regole di indicizzazione, già modificate lo scorso anno. Nel caso in cui si decidesse di andare in questa direzione, la sforbiciata aggiuntiva riguarderebbe gli assegni più alti.
Anche per il prossimo anno, insomma, l'unico scivolo disponibile sarà Quota 103. In alternativa, per evitare la penalizzazione, si potrà andare in pensione con le regole della legge Fornero. Nessuna riforma strutturale è all'orizzonte, nonostante gli incontri con i sindacati e i tavoli aperti. Sulla previdenza, il governo Meloni è ancora in alto mare.