Quota 100, per gli statali sarà poco conveniente: tagli alle pensioni e pagamento Tfr in ritardo
Quota 100 potrebbe non risultare così conveniente per i dipendenti statali che grazie alla riforma mirano ad andare in pensione ad almeno 62 anni di età con 38 anni di contributi versati. Secondo quanto diffuso dal quotidiano Il Messaggero, che riporta i calcoli elaborati da Unsa-Confsal, la quota 100 a un dipendente statale in uscita a 62 anni potrebbe costare circa 300 euro mensili di penalizzazione sull'assegno percepito. Dei 380mila lavoratori toccati dalla riforma, circa la metà sono dipendenti statali e secondo le analisi effettuate prendendo in considerazione le bozze di riforma, per questi lavoratori l'uscita anticipata non sarebbe affatto conveniente. Innanzitutto, dovranno dare una preavviso di sei mesi almeno rispetto alla data in cui effettivamente potranno lasciare il lavoro, e inoltre tra l'uscita normale a 66 anni e 7 mesi e quella a 62 anni potrebbe esserci una pesante riduzione dell'assegno tra il 10 e il 13% circa.
Per esempo, per un dipendente ministeriale la pensione con quota 100 sarebbe di 2.504 euro lordi al mese contro i 2.752 che raggiungerebbe con tre anni in più di lavoro. Un dipendente che invece con quota 100 percepirebbe 1.686 euro, con l'uscita non anticipata percepirebbe 1.907 euro. Come invece spiega Orizzonte Scuola, "dal Governo si pensano a delle penalizzazioni per gli impiegati pubblici come deterrente alla possibile fuga in pensione", in quanto quota 100 potrebbe provocare una cascata di pensionamenti che di fatto andrebbe a svuotare i pubblici uffici.
"Tra le possibili penalizzazioni c’è quella relativa ad un possibile ritardo nel pagamento del TFR. Sappiamo, infatti, che il TFR/TFSviene pagato in 24 mesi (più altri 3 mesi di tolleranza) nel caso in cui abbiano cessato il servizio per dimissioni volontarie o in caso di pensionamento anticipato (qual è appunto la Quota 100). I tempi si riducono a 12 mesi per chi ha raggiunto i requisiti per la pensione di vecchiaia e a 105 giorni per chi è stato dispensato per inabilità (o anche per i decessi). Per quanti opeteranno la quota 100 andando in pensione a 62 anni, si pensa ad un tempo fino a 5 anni per il pagamento del TFR/TFS, pagando la somma al compimento dei 67 anni. Altra soluzione in cantiere è quella della liquidazione della somma ricorrendo a un anticipo bancario che verrebbe poi restituito, dal Tesoro stesso, in 5 anni", spiega Orizzonte Scuola.