Quota 100 in scadenza a fine 2021, come si andrà in pensione prima con l’Ape sociale
Mancano ormai pochi mesi allo scadere di Quota 100. E il dibattito su che fine farà la misura si sta infiammando. Da un lato la Lega insiste perché non venga cancellata, ma le altre forze politiche di maggioranza sembrerebbero avere altri progetti per il provvedimento, costato al governo moltissimi soldi negli ultimi due anni. Bisogna trovare una quadra prima del 31 dicembre 2021 però, altrimenti dall'oggi al domani ci si ritroverebbe con un aumento dei requisiti per il pensionamento di alcuni anni. Una dinamica che, chiaramente, si cercherà di evitare.
"Vogliamo confermare Quota cento e togliere il Reddito di cittadinanza a tutti quelli che non hanno voglia di lavorare e sono tanti e sono troppi. Abbiamo fatto battaglia per smontare la legge Fornero. Se il Pd e i Cinque Stelle vorranno tornare indietro la Lega farà le barricate dentro e fuori dal Parlamento perché col lavoro non si scherza", ha tagliato corto il leader della Lega, Matteo Salvini. Dall'altro lato, il segretario del Partito democratico, Enrico Letta, ha commentato: "Io credo sia stata una riforma iniqua e costosa, ha impiegato soldi che potevamo dare a giovani per trovare il loro primo lavoro. Credo che per il superamento di Quota 100 si debba partire dal concetto di lavoro usurante".
Una proposta allo studio riguarderebbe proprio gli impieghi più pesanti. Dopo la scadenza di quota 100 ci sarebbe comunque l'idea di prevedere un sistema che anticipi il pensionamento per i lavori più duri. Durante il governo di Paolo Gentiloni, ormai tre anni fa, era stata istituita una commissione sui lavori gravosi, che finalmente ha chiuso la sua prima istruttoria. Per prima cosa si è deciso di aumentare gli elenchi delle professioni considerate particolarmente usuranti, in modo da permettere a più lavoratori di anticipare la fuoriuscita dal lavoro grazie a un'indennità ponte chiamata Ape sociale.
La quale arriverebbe a un massimo di 1.500 euro lordi al mese una volta compiuti i 63 anni, con 36 di contributi. Condizione è aver svolto per gli ultimi sei o sette anni quella mansione, giudicata appunto pesante. Si tratta di un meccanismo che finora non ha funzionato, dal momento che ne hanno usufruito poche migliaia di lavoratori negli ultimi anni, nonostante la categoria di coloro impiegati in settori pesanti sia molto più ampia. La commissione sta lavorando ora a correggere questi errori. Si punta a formulare una proposta che possa facilitare l'intesa entro la fine dell'anno, quando scadrà la misura voluta dal Carroccio.