Quirinale, Salvini e Meloni divisi su Draghi dopo il no di Berlusconi: si cerca nome di alto profilo
Silvio Berlusconi si è ritirato dalla corsa per il Quirinale. La notizia che tutti attendevano è arrivata ieri sera, durante un vertice del centrodestra in cui il grande assente era proprio il leader di Forza Italia. Il Cavaliere ha sciolto la riserva e ha fatto un passo di lato, pur avendo raccolto, dice, tutti i voti necessari per la sua elezione. La decisione viene annunciata attraverso un comunicato letto dalla sua fedelissima Licia Ronzulli.
Berlusconi ha aggiunto anche un'indicazione: è importante che Draghi rimanga alla guida dell'esecutivo "fino alla fine della legislatura". Il centrodestra quindi si prepara a proporre un nuovo nome, che come ha precisato Fratelli d'Italia dopo il vertice deve essere una candidatura che provenga dall'area culturale della coalizione, che rappresenta in questo momento la maggioranza degli italiani. Anche se il segretario del Pd Enrico Letta ha fatto capire chiaramente che i dem non sono disposti a sostenere una candidatura smaccatamente di destra.
Fdi, è cosa nota, non vorrebbe, al contrario di quanto detto da Berlusconi, che la legislatura proseguisse fino alla sua conclusione naturale. Ma se in un primo momento dal vertice filtra un'indisponibilità del partito di Giorgia Meloni a votare l'ex presidente della Bce, poco dopo arriva la smentita: "La questione di Mario Draghi al Quirinale, sulla quale non abbiamo espresso alcun giudizio, non è stata posta e sarebbe semmai problema che possono avere le forze che partecipano al suo governo". Nessun veto quindi da parte di Meloni su un'eventuale spostamento di Draghi al Colle.
I colloqui procedono a ritmo serrato, anche quelli che in queste ore vedono impegnato il premier Mario Draghi, nella sua residenza di Città della Pieve. L'intenzione del presidente del Consiglio è quella di ‘mettere a posto' il governo nel caso in cui dovesse essere chiamato al Colle, dal quarto scrutinio in poi. Si fa il nome di Marta Cartabia, attuale ministra della Giustizia, che potrebbe subentrare al posto di Draghi, mantenendo l'assetto attuale. Al momento la sua elezione non è affatto scontata, vista la chiusura mostrata da parte del Movimento Cinque Stelle e da Matteo Salvini davanti a una soluzione di questo tipo. Lo schema che però potrebbe convincere anche la Lega sarebbe il seguente: Draghi al Quirinale e un rimpasto di governo, con l'ingresso dei leader nell'esecutivo. A quel punto a Salvini potrebbe far gola il ministero degli Interni e quindi potrebbe accettare di buon grado un eventuale successore di Draghi a Palazzo Chigi.
Oggi, quando mancano ormai 24 ore dall'inizio delle operazioni di voto a Montecitorio i leader di centrodestra dovrebbe fare un'altra riunione, non è chiaro se virtuale o in presenza, per poi avanzare una proposta a Conte, Letta, Speranza e ai centristi.