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Quirinale, Salvini a Letta: “Al Colle né Mattarella né Draghi. Non accettiamo veti su Berlusconi”

Il segretario della Lega Matteo Salvini replica al leader Pd Letta, secondo cui il nome di Berlusconi sarebbe “il più divisivo”: “Non accettiamo veti, esclusioni o arroganze”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il Partito Democratico ribadisce il ‘no' fermo alla candidatura di Silvio Berlusconi lanciata venerdì al vertice di Villa Grande, ma apre la porta al dialogo con il centrodestra, proponendo un "patto di legislatura". Dalla Direzione nazionale del partito non esce alcun nome per il Colle, ma Letta ripete che il nome del Cavaliere è il più "divisivo che possa esserci".

A stretto giro arriva la replica di Salvini, che sostanzialmente rifiuta la proposta di un accordo con il Pd sul Presidente della Repubblica: "Dopo decenni di nomi proposti o imposti dalla sinistra, questa volta i numeri offrono al centrodestra l’onore e l’onere di avanzare una proposta, quindi non accettiamo veti, esclusioni o arroganze".

La posizione della Lega nei confronti del veto posto dal Pd sul Cavaliere la riassumono i capigruppo leghisti alla Camera e al Senato, Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo: "Per Enrico Letta oggi Silvio Berlusconi è un candidato divisivo per il Colle, ma nel 2013 l’attuale leader del Pd elemosinava i voti di Berlusconi. Salvo poi definirlo entusiasticamente “Un grande” quando il Cavaliere assicurò la fiducia al governo Letta, anche se aveva un piede fuori da Palazzo Madama per effetto della Severino".

E ancora: "La stessa sinistra che aveva candidato Prodi capo dello Stato, non ha mai mediato col centrodestra e adesso — per la prima volta dopo decenni — chiede scelte condivise per il Quirinale perché non ha i numeri".

Il segretario dem dice chiaramente che il Pd potrebbe votare scheda bianca durante le prime tre votazioni: "Non abbiamo la maggioranza assoluta in Parlamento, dobbiamo confrontarci con altri per poter arrivare a una scelta. Se si dovesse andare alle prime tre votazioni senza un accordo dovremo scegliere se votare scheda bianca in quelle tre votazioni o se votare un nome scelto con i nostri alleati”. Draghi comunque per il Pd è sicuramente tra i papabili, sebbene per Letta sia fondamentale proseguire la legislatura fino alla fine naturale. Per portare l'ex presidente della Bce al Quirinale il leader dem sa bene che dovrebbe raggiungere un accordo con il M5s, e l'esito di tale trattativa con Conte non è affatto scontato. Lo scenario più roseo per il Pd è sicuramente quello di un Mattarella bis, ma le possibilità di convincere il Capo dello Stato a restare sono praticamente inesistenti.

Salvini puntualizza che il centrodestra non prenderà in considerazione i desiderata del Pd: "Se qualcuno a sinistra vuole tirare per la giacchetta il presidente Mattarella manca di rispetto soprattutto a lui, che più volte ha ribadito l'indisponibilità a un secondo mandato. Allo stesso modo, il premier Draghi è impegnato per affrontare l'emergenza sanitaria ed economica: ipotizzare per lui un altro ruolo è una mancanza di rispetto al premier e al Paese". Tradotto: no a Draghi e no Mattarella.

"Abbiamo ancora una settimana per lavorare insieme, spero che nessuno, a partire dai leader, si sottragga alla responsabilità di rafforzare il governo e, insieme a Draghi, affrontare mesi difficili e impegnativi. Lavoro per unire", dice ancora Salvini.

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