Quirinale, Letta: “Presidente va eletto da maggioranza larga insieme a Meloni. No a voto anticipato”
Il segretario del Pd Enrico Letta ha detto che per eleggere il prossimo Presidente della Repubblica è necessario una maggioranza ampia, che includa anche l'opposizione. "A gennaio ne discuteremo ma secondo me in questa situazione è bene che il presidente venga eletto con una larga maggioranza o largo sostegno perché sarebbe contraddittorio che venga eletto da una maggioranza stretta mentre il governo è sostenuto dalla maggioranze più larga della storia repubblicana".
Intervistato dal Corriere Tv il leader dem dice che intende includere anche Giorgia Meloni: "Serve una maggioranza larga, è positivo comprendere l'opposizione ma non ne abbiamo parlato (con Meloni, nrd)". In ogni caso secondo l'ex premier bisogna evitare il voto anticipato, se Draghi dovesse essere il nome indicato per il Colle: "Credo sia molto importante che il 22 sia un anno in cui ci concentriamo sulle priorità, sarebbe sbagliato se l'anno prossimo fosse un anno di crisi politica con elezioni, il nostro sistema non permette elezioni lampo, una crisi ed elezioni anticipate vorrebbe dire 6 mesi di blocco, non ce lo possiamo permettere".
L'ipotesi di una fine prematura dell'attuale legislatura insomma non farebbe il bene del Paese: "Non sta a me dirlo, è molto importante che prosegua la lotta alla pandemia, l'Italia è il paese più sicuro, mi è capitato di andare nel resto d'Europa e l'Italia è considerata un esempio, dobbiamo continuare in questa direzione e poi c'è la legge di bilancio, il rilancio dell'economia e dei consumi e la grande questione Pnrr, priorità che devono andare avanti per tutto l'anno prossimo".
"Il campo largo è già esistito nel collegio dove sono stato eletto, a Siena. È una fatica quotidiana, credo sia una vicenda che non trova soluzione immediatamente. Non è mia ambizione mettermi a definire oggi tutto e subito il campo largo, ma per me i contenuti vengono prima della geografia", ha aggiunto.
Un passaggio dell'intervista è dedicato anche alla legge elettorale: "Il sistema politico ha avuto molti danni dall'attuale legge elettorale, il sistema politico è molto frammentato, mai stato così frammentato. Dopo l'elezione del Capo dello Stato, dovremo fare riflessione su alcune riforme tra cui una che limiti il trasformismo parlamentare. Ad esempio il gruppo misto, contro cui non ho nulla, ma che è un'eccezione, ha troppa importanza, dobbiamo riflettere sul motivo. Vedo possibile una riflessione sulla legge elettorale dopo elezione del Capo dello Stato e dico dopo perché ora il centrodestra è bloccato su Berlusconi al Quirinale".
Lo sciopero generale di Cgil e Uil
I sindacati Cgil e Uil scenderanno in piazza il 16 dicembre contro la manovra di Bilancio. La mossa, che non è stata condivisa dalla Cisl, ha sorpreso il segretario del Partito Democratico: "Lo sciopero in questo momento non me lo aspettavo, rispetto l'autonomia e sono per la separazione netta tra sindacato e politica, non mi metto a dare un giudizio sulle scelte fatte dai sindacati".
"Io sono assolutamente favorevole perché ci sia massima unità possibile tra i tre sindacati, lavorerò per aiutare una ricomposizione sindacale", ha aggiunto. "Se il Pd sarà ancora al governo, ci impegniamo perché questa decontribuzione per le fasce più deboli prevista nel 2022 dalla manovra diventi permanente".
Le elezioni suppletive Roma
Dopo il rifiuto del leader del M5s Conte, ieri Matteo Renzi ha lanciato la candidatura della ministra Elena Bonetti per il collegio Roma1, per occupare il posto lasciato vacante dal neo sindaco Roberto Gualtieri: "La scelta di Conte non cambia in nulla la prospettiva, avevo immaginato che per quel seggio che ha un legame col nostro partito si poteva presentare una candidatura autorevole come quella di Conte, in queste ore il Pd romano farà le sue valutazioni e proporrà la candidatura migliore. Il rapporto col territorio è fondamentale l'eccezione era Conte, ora la scelta è del Pd romano", ha commentato oggi Letta, che non si sbilancia sulla candidatura della ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia. Gli altri nomi forti che circolano sono quelli di Annamaria Furlan, ex segretaria della Cisl, Cecilia d'Elia, portavoce della Conferenza delle donne democratiche e Responsabile Politiche per la Parità della segreteria, ed Enrico Gasbarra, già presidente della Provincia di Roma e parlamentare, un profilo che piace a molti nel Pd romano.