Quirinale, il Movimento 5 Stelle voterà Ferdinando Imposimato
Come vi abbiamo raccontato, il Movimento 5 Stelle ha scelto di lasciar decidere agli iscritti certificati al blog di Grillo il nome da sostenere durante le prime votazioni per la scelta del prossimo Presidente della Repubblica. La rosa sulla quale gli iscritti sono stati chiamati ad esprimersi era stata determinata dalle indicazioni dell’assemblea dei parlamentari del Movimento 5 Stelle, con l’aggiunta del nome di Romano Prodi (indicato da quei pochi parlamentari del Pd che avevano risposto all’appello di Beppe Grillo) e con l’eliminazione della Carlassare, che aveva rifiutato la candidatura.
Alla votazione hanno partecipato oltre 50mila iscritti, che hanno espresso queste preferenze:
- Ferdinando Imposimato, 16.653 voti
- Romano Prodi, 10.288
- Nino Di Matteo, 6.693
- Pierluigi Bersani, 5.787
- Gustavo Zagrebelsky, 5.547
- Raffaele Cantone, 3.341
- Elio Lannutti, 1.528
- Salvatore Settis, 1.517
- Paolo Maddalena, 323
Dunque, il candidato del Movimento 5 Stelle nelle prime tre votazioni sarà l’ex giudice Imposimato, da tempo vicino ai grillini (come nel caso della recente partecipazione a La Notte dell’Onestà). Spicca ovviamente il risultato di Romano Prodi, che ottiene oltre diecimila preferenze e distanzia l’ex segretario del Pd Pier Luigi Bersani, comunque accreditato di oltre il 10% dei consensi.
Ovviamente, come spiega una nota pubblicata sul blog di Grillo, “se dal quarto scrutinio i cambi di maggioranza dovessero portare ad un nome condiviso tra più forze politiche in Parlamento si deciderà come meglio muoverci con una votazione lampo sul blog”.
Chi è Ferdinando Imposimato
Clsse 1936, magistrato, nonché presidente onorario aggiunto della Suprema corte di Cassazione, Imposimato è una delle figure di riferimento nell’orbita ‘grillina' proprio per le sue battaglia in nome della legalità e contro i segreti di Stato, principalmente le stragi di Stato ancora senza responsabili. Dopo la laurea in giurisprudenza all'università degli studi di Napoli, nel 1962 diventa vicecommissario della polizia di stato e l'anno successivo ottiene l'incarico di funzionario del ministero del Tesoro. nel 1964 diventa magistrato. In quegli anni comincia ad occuparsi delle vicende più eclatanti che hanno segnato la storia della Repubblica, tra cui il caso Moro, l’attentato a Giovanni Paolo II, l’omicidio Bachelet (vicepresidente Csm), oltre vari procedimenti su mafia e camorra. Proprio a seguito di questa sua attività, negli anni Ottanta si trasferisce all'estero a cause delle minacce ricevute da esponenti di Cosa Nostra. nel 1985, l'Onu lo sceglie come il simbolo della giustizia. Nel 1986, dopo continue minacce lascia la magistratura. Entra in Parlamento nel 1987 e viene eletto come indipendente tra le fila della sinistra. Nelle legislature in cui è rimasto a Camera o Senato ha sempre fatto parte della Commissione Antimafia. Dopo il rientro in magistratura è stato giudice della Suprema corte di Cassazione.