Quirinale, il giorno del voto. Conte: “No veti su proposte Cdx”. Letta: “Mattarella bis è l’ideale”
Al giorno del voto i partiti ci arrivano senza un accordo, e senza certezze. Sarà una mattinata di incontri quella che precede l'inizio delle votazioni, previsto per le 15, quando il Parlamento si riunirà in seduta comune. Il centrosinistra ha già fatto capire che durante i primi tre scrutini potrebbe votare scheda bianca. Anche il centrodestra potrebbe votare scheda bianca per le prime tre votazioni, anche se non è stata ancora presa una decisione ufficiale.
Il leader del M5s Giuseppe Conte ha parlato ieri sera durante l'assemblea congiunta dei gruppo parlamentari pentastellati e rivendica il passo indietro di Silvio Berlusconi, annunciato sabato: "Stiamo dimostrando che siamo una comunità che discute, lo apprezzo. Ho visto interventi costruiti cona autenticità di pensiero. Dobbiamo arrivare in questo clima e spirito alla soluzione migliore del Paese".
"Siamo consapevoli – ha spiegato – che stiamo portando una linea di azione, consapevoli dei nostri numeri. La nostra ostinazione ha dato un frutto: non c'è più il nome di Berlusconi. Ho detto che se siamo quelli del no veto, ho detto anche che non ci devono essere preclusioni per proposte che arrivano dal centrodestra. Con la stessa chiarezza dobbiamo invitare il centrodestra a non cedere a deliri di onnipotenza, sarebbe un ragionamento allo stesso tempo accettabile. Non c'è un diritto di prelazione del centrodestra", ha osservato Conte, sebbene i numeri dei grandi elettori siano a favore del centrodestra.
Il M5s comunque è diviso tra due linee: c'è chi voterebbe Draghi al Colle, garantendo comunque la continuità di governo con un patto di legislatura e chi invece sostiene che il presidente del Consiglio debba rimanere a Palazzo Chigi, sperando magari in un bis dell'attuale Capo dello Stato Sergio Mattarella, senza escludere comunque una convergenza su una candidatura del centrodestra. La maggioranza dei pentastellati comunque vorrebbe che Draghi andasse avanti, posizione sposata anche dallo stesso Conte: "Non si può fingere di non sapere che se in questo momento l'obiettivo è di preservare l'azione di governo l'elemento di massimo equilibrio è il premier". Anche per il leader M5s, come del resto ha ribadito ieri Salvini, sarebbe rischioso rinunciare a Draghi alla guida dell'esecutivo: "Così infatti è stato costruito questo esecutivo. Un eventuale cambio del premier non è detto che ci garantisce stabilità e continuità. Ci sarebbe sicuramente uno stop, alcune forze politiche potrebbero voler modificare il peso delle delegazioni al governo, in una cornice di maggioranza ampia e variegata. Tutto questo, dobbiamo dircelo: nella nostra comunità tutto questo potrebbe avere un impatto significativo".
Conte ha anche difeso la candidatura del fondatore della comunità di Sant'Egidio Andrea Riccardi, sottolineando però che in una prima fase intende lasciare spazio per un confronto con il centrodestra e non chiudendo quindi ad altre candidature proposte da Salvini, a condizione che siano di alto profilo.
Il segretario del Pd Enrico Letta, che in mattinata vedrà Matteo Salvini, intervenuto in tv da Fabio Fazio ha riproposto un secondo mandato per Sergio Mattarella: "Per noi sarebbe l'ideale, parleremo anche di questo", aggiungendo comunque che "L'unica maggioranza che c'è, è quella che esprime il governo Draghi". Il segretario dem intende sondare le reali intenzioni di Matteo Salvini sul premier, per capire insomma "se le dichiarazioni fatte", cioè il no a Draghi al Colle, "siano ultimative oppure no".
Per il Partito Democratico nessuno ha i numeri per eleggere il successore di Sergio Mattarella da solo. Da qui la necessità di un accordo. Per il Quirinale "ora servono candidati di alto profilo, largamente condivisi e che siano in grado di rappresentare non una parte ma tutti gli italiani. E coloro che hanno rappresentato i vertici delle Camere hanno un profilo adeguato, ma devono essere capaci di unire le diverse minoranze che rappresentano il parlamento", ha detto in una intervista a La Stampa l'esponente del Pd Francesco Boccia. Per l'ex ministro "il centrodestra conferma di essere un cartello elettorale ed è come sempre spaccato con posizioni diverse. Ora devono evitare di indebolire il governo. Berlusconi e Salvini dicono che Draghi deve restare premier, la Meloni dice che non pone nessun veto su Draghi. Noi vogliamo capire quale sia la loro posizione".
Per Boccia l'elezione per il Colle "non è un rodeo, ma il momento più solenne della democrazia parlamentare e abbiamo l'obbligo di parlarci, non di contarci. Anche se uno prende dieci voti in più, non ha i numeri per eleggere da solo il presidente".
Questa mattina alle 11 ci sarà un nuovo incontro tra Enrico Letta, Giuseppe Conte e Roberto Speranza con i rispettivi capigruppo per definire la strategia da tenere in Aula.
Alle 10 è invece prevista la riunione dei parlamentari e delegati regionali di Fratelli d'Italia, mentre all'ora di pranzo si incontreranno i grandi elettori di Forza Italia. Il leader del Carroccio ha ribadito che il "centrodestra è compatto e voterà compatto dall'inizio alla fine".