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Elezione del Presidente della Repubblica 2022

Quirinale, Berlusconi furioso per possibile candidatura di Moratti, Fdi: “È lui la nostra prima scelta”

Per l’elezione del prossimo Presidente della Repubblica spunta il nome di una donna, Letizia Moratti, che sarebbe spinta da Giorgia Meloni. Fratelli d’Italia prova a rassicurare il Cavaliere: “La nostra prima scelta, convinta, è Berlusconi”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il colloquio tra la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni e Letizia Moratti, ex sindaca di Milano e attuale assessora alla Salute della Regione Lombardia, ha innervosito non poco Silvio Berlusconi, che si è visto scavalcare nella corsa per il Quirinale. A poco sembrano servite le rassicurazioni di Giorgia Meloni, che si è affrettata a chiarire che il tema dell'incontro con Moratti non era il Colle ma la riforma sanitaria lombarda.

Lo racconta La Repubblica, secondo cui il centrodestra potrebbe decidere di puntare sulle donne ‘moderate', come la ministra della Giustizia Cartabia o la presidente del Senato Elisabetta Casellati, che secondo fonti parlamentari potrebbe essere la candidata più avvantaggiata. Anche Licia Ronzulli, in una recente intervista a Fanpage.it, ne ha tessuto le lodi, e forse non è un caso. Secondo la senatrice di Forza Italia la possibilità di eleggere una donna al Colle "esiste sempre. Sarebbe certamente un bel segnale per il Paese, per tutte le donne, ma prima del genere ci interessa che gli italiani possano avere un presidente all’altezza delle grandi sfide che aspettano l’Italia. Intanto, rivendico che solo grazie a Forza Italia, per la prima volta in questa legislatura abbiamo avuto il primo presidente del Senato donna, una giurista di qualità eccezionali".

In realtà per Giorgia Meloni l'ipotesi che Mario Draghi salga al Colle non sarebbe uno scenario così deleterio, per due buone ragioni: la prima è che in caso di elezioni anticipate Fratelli d'Italia partirebbe avvantaggiato; la seconda è che la stima di cui gode il presidente del Consiglio in ambienti internazionali potrebbe favorire un suo eventuale passaggio a Palazzo Chigi, perché a quel punto l'attuale premier potrebbe bastare come contrappeso per bilanciare l'ascesa di un'esponente politica sostenuta da ambienti neofascista, come è appunto Meloni.

Ma l'opzione Moratti, che oggi è anche vicepresidente della Regione Lombardia, è più di una suggestione: il nome dell'ex sindaca di Milano potrebbe mettere davvero d'accordo tutti, non solo perché donna, e sarebbe la prima a salire al Quirinale. Persino il leader del M5s Giuseppe Conte ieri ha detto a La7 di non aver motivo di "non riconoscerle qualità morali", ribadendo ancora una volta che i voti dei pentastellati non andranno mai al leader e fondatore di Forza Italia.

Berlusconi è rimasto comunque spiazzato dalla mossa di Meloni, e ha chiesto di fare il punto della situazione: per questo ha convocato gli alleati del centrodestra per un vertice nella sua villa romana sull'Appia Antica, fissato per giovedì 23 dicembre.

A cercare di placare l'irritazione del Cavaliere ci pensa Ignazio La Russa (FdI), che assicura: "La nostra prima scelta, convinta, è Berlusconi. Che, peraltro, ha dimostrato di essere super partes, un vero patriota, con il discorso del 25 aprile 2009 a Onna". Fu il "momento di massima crescita di Berlusconi, subito dopo il terremoto", ha detto oggi in un'intervista al ‘Corriere della Sera', il vicepresidente del Senato e presidente dell'assemblea di FdI. Se dovessero mancare i numeri la "domanda su Draghi diventa attuale. È fuori dai partiti, ma non so se ha un profilo da patriota. Certo se decidesse di fare il presidente della Repubblica penso sia difficile che non lo faccia, la sua maggioranza non potrebbe tirarsi indietro. In quel caso ci interrogheremo sul da farsi".

La smentita di Letizia Moratti

Questa mattina è arrivata pure la smentita di Letizia Moratti: "L'unico nome per il Quirinale del centrodestra è quello del presidente Silvio Berlusconi. Io mi occupo di sanità in Regione Lombardia. È un impegno importante che cerco di portare avanti con tutta me stessa", ha detto l'assessora al Welfare di Regione Lombardia, a margine dell'inaugurazione della nuova palestra dell'Istituto minorile Cesare Beccaria di Milano e del progetto "Palla al Centro' della Fondazione Rava.

A Boschi piace il ‘metodo Salvini' 

"Giusto che coordini un lavoro di tutte le forze politiche per una candidatura che ottenga il consenso più ampio", lo ha detto  Maria Elena Boschi, capogruppo di Italia Viva alla Camera, in un'intervista a Repubblica, che non disdegna il "metodo Salvini". Boschi ribadisce che i voti di Iv saranno decisivi per il Colle, ma ammette di essere "preoccupata del fatto che si parli troppo presto di Quirinale e troppo tardi di legge di bilancio e terze dosi: sulla prima non si è ancora fatto un voto al Senato e siamo al 20 dicembre. È gravissimo. Ciò che criticavamo quando c'era Conte, critichiamo oggi con Draghi. C'è una differenza abissale nella qualità dei due esecutivi e dei premier, ma il metodo purtroppo è lo stesso. Così si svuota il Parlamento".

Riguardo l'opportunità che Draghi resti alla guida del governo, l'ex ministra per le Riforme afferma che "quelli che un anno fa dicevano ‘O Conte o morte' oggi dicono ‘c'è solo Draghi'. Non mi pare un atteggiamento di grande serietà e noi non tiriamo il premier per la giacchetta. Un anno fa con la scelta di aprire la crisi abbiamo salvato l'Italia. Sette anni fa con la scelta di indicare Mattarella abbiamo garantito un mandato presidenziale di alto rilievo. Abbiamo le carte in regola per dire che su questa partita saremo seri, determinati, forse decisivi. Sulla convergenza con la Lega, Salvini ha indicato un metodo: infatti ritiene necessario coordinare un lavoro comune di tutte le forze politiche. Ovviamente, non significa che la Lega dà le carte ma significa che tutti – con pari dignità – devono scegliere l'arbitro dei prossimi sette anni. Poi se Renzi dialoga con Salvini si grida allo scandalo, se Letta e Meloni fanno un incontro al mese va tutto bene. Ma la verità è che il metodo è quello di trovare la maggioranza più ampia. Dei nomi non parlo. Siamo al lavoro per una candidatura che ottenga il consenso più ampio – conclude la Boschi – Sette anni fa, dopo il bis difficile e generoso di Giorgio Napolitano, scegliendo Mattarella facemmo un capolavoro di tattica parlamentare e di visione politica. Proveremo un'operazione simile".

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