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Opinioni

Quella dei brogli elettorali è una c… pazzesca

Dopo il post pubblicato sul blog di Grillo, si torna a parlare della possibilità di brogli elettorali alle ultime Europee. Senza sapere nemmeno di cosa si parla, nella gran parte dei casi. E sparandole davvero grosse.
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Ha fatto molto discutere il post con cui Beppe Grillo "insinuava il dubbio" di brogli elettorali alle ultime elezioni europee: un pezzo in cui erano raccolti due contributi pubblicati online, preceduto da una introduzione decisamente confusa (nella quale si considera il "broglio elettorale" come una modalità indiretta per realizzare il "divide et impera"…) e da un breve excursus storico sulla questione brogli. Al di là delle valutazioni soggettive sull'opportunità di una discussione sui brogli (ed evitando di disquisire sui motivi che spingono parte dell'elettorato e della dirigenza 5 Stelle ad evocare la truffa elettorale), è interessante analizzare su cosa si fonderebbe l'ipotesi, clamorosa, della truffa elettorale.

La tesi che Grillo riporta è fragilissima anche nella sua enunciazione: "Trattando dati statistici e applicando la logica, senza avere riscontri dimostrabili, la percentuale fantomatica del Pd rende ragionevole il sospetto di brogli". La prima fonte citata (il sito La Rete non perdona) articola il ragionamento con delle deduzioni che definire semplicistiche appare finanche riduttivo:

  • Con una affluenza del 60% è impossibile che il M5S abbia perso 3 milioni di voti, proprio perché la peculiarità degli elettori grillini è quella di andare a votare ed essere coerenti (come, quando ed in che modo avrebbero "profilato" gli elettori 5 Stelle non è dato sapere)
  • L'entourage del Pd non si aspettava un risultato simile, quindi c'è qualcosa che non torna (vabbeh…)
  • La sinistra europea è stata quasi azzerata in queste elezioni (in realtà il gruppo europeo Socialisti e Democratici, pur non sfondando, guadagna consensi e seggi), dunque il fatto che in controtendenza vi sia l'Italia è (testuale) "uno stupro alla logica)
  • Ci sono sezioni "rosse" in cui "già in passato si sono verificati brogli" (poi si scopre che il link rimanda ad un articolo del Fatto che riporta una denuncia, una semplice denuncia, di una deputata del M5S relativa a una quarantina di schede in due seggi di Reggio Emilia; insomma, proprio "brogli acclarati e verificati" eh)
  • C'era un sondaggio, diffuso all'estero la sera del voto, che dava il M5S davanti al Pd (ovviamente se contassero i sondaggi Bersani sarebbe Presidente del Consiglio, ma tant'è…).

Insomma, se questa è "la fredda logica" supportata dall'analisi statistica…

Ma andiamo avanti e proviamo ad analizzare la seconda parte del post incriminato, quella nella quale dovrebbero emergere le "tecniche" attraverso le quali manipolare il risultato delle urne. Nel pezzo pubblicato su E-Iglesias in realtà si parla di come "costruire un sistema anti – broglio" e si suggeriscono soluzioni (più o meno) sensate. Ma è evidente che, contestualizzata in questo modo, l'analisi (ripetiamo, discutibilissima anche da un punto di vista meramente tecnico) acquista un altro significato. Il richiamo, qui e altrove, al "caso Deaglio" c'entra poco e nulla (per portata dello scarto, per presenza dei risultati delle singole sezioni senza che sia arrivata una sola segnalazione eccetera).

E allora proviamo a ragionare per assurdo, immaginando come sarebbe possibile cambiare radicalmente l'esito delle elezioni europee. Cominciamo con lo smontare la favola dei "seggi rossi, blu o gialli", ovvero la ricostruzione secondo la quale vi sarebbe la possibilità di pilotare la composizione di un seggio, piazzando scrutatori e presidenti compiacenti, in numero tale da stravolgere il risultato della consultazione elettorale. Prima di tutto, scrutatori e presidenti (con relativi segretari) non vengono nominati dallo stesso "ente": i presidenti sono nella stragrande maggioranza dei casi indicati dai Tribunali, mentre gli scrutatori sono nominati dalle amministrazioni comunali (in alcuni casi i Comuni optano per il sorteggio fra gli aventi diritto, in altri ci si regola seguendo una specie di criterio di equilibrio, lasciando "una quota di nomine" all'opposizione). Ove mai fosse possibile, al fine di manipolare le schede, dunque, occorrerebbe il consenso (o il tacito assenso) dei 6 membri base del seggio (o 5, a seconda dei casi): ora, se pensiamo che ogni sezione elettorale ha un massimo di 1200 elettori (la media è in realtà molto più bassa) e che l'affluenza inferiore al 60% lascia pensare a non più di 6 – 700 votanti per sezione (stiamo arrotondando per eccesso), va da se che per manipolare in maniera sensibile il dato finale occorrerebbe la "complicità" di decine di migliaia di persone, appunto fra scrutatori, segretari e presidenti (tra l'altro la normativa in materia è decisamente severa). Si tratterebbe della più grande e sistematica truffa della storia mondiale (ripetiamo, stante il meccanismo di voto in vigore in Italia).

Ma non finisce qui. Lo spoglio è pubblico e aperto non solo ai rappresentanti di lista, ma anche agli elettori della singola sezione (quindi, nel caso, il numero dei collusi sarebbe da ampliare). Rappresentanti di lista che partecipano peraltro alle operazioni di vidimazione, autentica delle schede (fondamentale, vedremo a breve perché), apposizione dei sigilli, redazione dei verbali (che firmano, in alcuni casi) e sovrintendono alla consegna dei plichi e dei pacchi di schede (scrutinate, avanzate, vidimate eccetera) alle autorità competenti, nonché alla corrispondenza fra verbali, tabelle di scrutinio e voti. I seggi poi sono sempre presidiati da un nucleo di forze dell'ordine, a garanzia della correttezza delle operazioni. Insomma, per un broglio epocale servirebbe la mobilitazione (ed il coordinamento) di un numero enorme di soggetti: mentre il numero di segnalazioni di "irregolarità" è paradossalmente basso (gli abusi riscontrati si contano sulle dita di una mano ad ogni elezione).

Ma andiamo oltre. Pur ammettendo che esista una organizzazione così radicata e potente da mettere in piedi una simile truffa, proviamo a vedere in che modo sarebbe possibile cambiare l'esito del voto. C'è la strada più immediata (nonché quella paradossalmente meno citata dal fronte dei complottisti), ovvero l'alterazione dei dati dello scrutinio, con la non rispondenza fra voti indicati sulle schede, tabelle di scrutinio e verbali. Il presidente di seggio ed il segretario dovrebbero cioè riportare sul verbale (sempre redatto in duplice copia) un dato diverso da quello emerso durante lo scrutinio: in questo modo gli uffici elettorali comunali trasmetterebbero alle sedi circoscrizionali un dato alterato e, a cascata, "l'errore" arriverebbe fino al centro dati del Viminale (ripetiamo, la controversa questione Deaglio è diversa). Anche qui però gli ostacoli sono molti e non di poco conto: in primo luogo, le tabelle di scrutinio, che sono affidate agli scrutatori, dovrebbero essere alterate (o addirittura non utilizzate e compilate successivamente), dal momento che lo spoglio viene effettuato "per singola scheda" nella stragrande maggioranza dei casi (e ove mai non lo fosse saremmo di fronte ad un illecito del presidente di seggio); poi servirebbe la complicità dei dipendenti degli uffici elettorali che non dovrebbero rilevare anomalie nei verbali e nelle tabelle di scrutinio (una copia è sempre all'attenzione degli uffici comunali); poi occorrerebbe che "i pacchetti di schede", divisi per preferenze e voto, non siano in alcun modo controllati negli uffici circoscrizionali (che effettuano sempre controlli a campione); infine va sempre considerato il fattore numerico, cioè che simili operazioni dovrebbero avvenire in gran parte delle circa 65mila sezioni italiane.

Uno dei pilastri del fronte complottista è invece quello del "trattamento delle schede bianche e nulle": si tratterebbe, ovvero, della votazione, effettuata dai componenti del seggio, di parte delle schede lasciate in bianco dagli elettori, oppure dell'assegnazione ad un determinato partito delle schede nulle. Tralasciando le difficoltà di cui abbiamo parlato prima, consideriamo proprio la portata che un simile stratagemma avrebbe avuto in queste Europee. In questa tornata infatti, la somma delle schede bianche e nulle è di poco superiore al milione e mezzo, mentre nel 2009 fu di 2,1 milioni. Con la correzione relativa alla minore affluenza potremmo parlare di qualche centinaio di migliaia di schede tra nulle e bianche che "mancano all'appello": una porzione minima che non cambierebbe gli equilibri (lo ripetiamo, stiamo ragionando per assurdo). Quanto poi alle contestazioni e all'operato dei rappresentanti di lista (ricordiamo il "milione di voti" che lo stesso Berlusconi pretende siano stati sottratti al Pdl alle ultime politiche), basti un numero: le schede contestate e provvisoriamente non assegnate questa volta sono state 3.768. Per inciso: un rappresentante di lista non ha in alcun modo la possibilità di "decidere" sull'assegnazione di una scheda, facoltà che è insindacabilmente affidata al presidente del seggio.

C'è poi la teoria del "broglio totale", quella cioè che vuole la sostituzione delle schede scrutinate con altre "taroccate". Qui siamo a livelli di illogicità assoluta: sia perché si tratterebbe di effettuare lo spoglio, poi le operazioni di vidimazione, autentica, voto (addirittura con preferenza!) e sostituzione delle schede. Oltre ai tempi (servono ore, anche con la complicità dell'intero seggio), c'è un ostacolo insormontabile del quale ci si dimentica facilmente: non esiste la benché minima possibilità di recuperare un centinaio di schede "vergini" in ogni sezione. I pacchetti di schede sono numerati e ogni seggio ne ha a disposizione poco più del numero di aventi diritto al voto; le schede "avanzate" vanno poi conteggiate, sigillate e consegnate agli incaricati "prima" dell'avvio delle operazioni di scrutinio (e tutto va rendicontato nel verbale). Distrarne una, forse un paio, è possibile (ed è alla base dei tanti sistemi criminali di controllo del voto, come quello della scheda ballerina). Immetterne centinaia (di migliaia) è praticamente impossibile.

Insomma, lungi dal considerare perfetto il sistema italiano di votazione (le storture sono tante, magari ci ritorneremo), al momento le possibilità di cambiare radicalmente l'esito di una competizione elettorale nazionale sono pressocché nulle (diverso e molto più complesso è il ragionamento su elezioni locali). Anche perché in molti seggi si è votato anche per le amministrative (o le Regionali), dove il livello di attenzione è decisamente più alto.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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