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Quattro morti per maltempo, ma Salvini combatte la “tristezza della pioggia” col salame

Sia chiaro, nulla di nuovo sotto al sole. Che Salvini (o meglio, il suo social manager Luca Morisi) abbia un senso istituzionale che nella sua esposizione mediatica rasenta lo zero è una storia vecchia a cui siamo abituati però nel tweet di oggi c’è tutta la fallacia della sua strategia: non ci si inventa ministri dell’interno, non basta essere uno “come noi”.
A cura di Giulio Cavalli
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È allerta rossa in Veneto e in Friuli Venezia Giulia. Domani l'emergenza arriverà anche in Liguria e su Genova ferita per il crollo del ponte Morandi e sempre in attesa di una soluzione politica promessa e non ancora arrivata. Sono annunciati picchi anche di 400 litri per metro quadrato su Alpi e Prealpi centro-orientali e sulle relative zone pedemontane. In Sardegna le raffiche di vento sono arrivate a 80 chilometri orari e si prevede che domani possano toccare addirittura i 100 chilometri orari. Gli agricoltori sono in apprensione per le copiose grandinate annunciate che rischiano di danneggiare i raccolti. In Friuli si registrano frane e smottamenti. A Roma i disagi sono ovunque e le mareggiate toccano il litorale. A Crotone un imprenditore e tre suoi operai sono morti travolti da una frana mentre lavoravano alla messa in opera di un collettore della rete fognaria in un'azienda agricola.

In un Paese normale, serio e responsabile la giornata di oggi (che non è certo arrivata a sorpresa) dovrebbe vedere il governo (e il ministro dell'interno) occupati in un serio monitoraggio della situazione valutando la messa in sicurezza dei luoghi e delle persone, con la naturale apprensione che un padre di famiglia può provare nello scorgere le difficoltà in arrivo. Oggi è uno di quei giorni in cui la prevenzione per ciò che è annunciato dai meteorologi è di fondamentale importanza per evitare tragedie e disastri che ciclicamente colpiscono una nazione in cui il dissesto idrologico (direttamente proporzionale alla selvaggia cementificazione) continua a mietere le sue vittime.

E invece. E invece il ministro dell'inferno Matteo Salvini, stamattina di buona lena, ha pensato bene di farcire i suoi sconci profili social con un panino al salame e una variegata colonna sonora contro "la tristezza della pioggia". Non è uno scherzo:

«Per accompagnare la tristezza della pioggia sui tetti di Roma, mi faccio un bel panino col salame e mi ascolto in serie: De Gregori (Caterina), Ivan Graziani (Lugano Addio), Venditti (Sotto il segno dei pesci), Vasco (Liberi liberi), Mina (Amor mio), Max Pezzali (Gli anni), Il Volo (Il mondo), Mia Martini (Gli uomini non cambiano) e De André (Via del campo).
E la domenica può cominciare!😻, ha scritto Salvini e sotto un filotto di commenti di congratulazioni, di buon appetito e altre amenità.

Sia chiaro, nulla di nuovo sotto al sole. Che Salvini (o meglio, il suo social manager Luca Morisi) abbia un senso istituzionale che nella sua esposizione mediatica rasenta lo zero è una storia vecchia a cui siamo abituati però nel tweet di oggi c'è tutta la fallacia della sua strategia: sempre intento a sembra uno di noi oggi, come molti di noi, si è dedicato al riposo, a un pranzo frugale e alla musica sentendo il bisogno di condividere queste sue esperienze come un qualsiasi devoto al selfie. Eppure oggi risulta chiarissimo come invece sarebbe il caso che in quel ruolo, come in tutti i ruoli di responsabilità, ci fosse qualcuno più bravo, più pronto e migliore di noi. Per il bene del Paese, almeno per quello.

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Autore, attore, scrittore, politicamente attivo. Racconto storie, sul palcoscenico, su carte e su schermo e cerco di tenere allenato il muscolo della curiosità. Collaboro dal 2013 con Fanpage.it, curando le rubriche "Le uova nel paniere" e "L'eroe del giorno" e realizzando il format video "RadioMafiopoli". Quando alcuni mafiosi mi hanno dato dello “scassaminchia” ho deciso di aggiungerlo alle referenze.
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