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Quarantena ridotta, Speranza: “Non abbiamo ancora deciso”. Guerra (Oms): “10 giorni è il minimo”

Il ministro della Salute Roberto Speranza fa sapere che sulla quarantena ridotta a 10 giorni il governo non ha ancora deciso: “Al momento nessuna decisione è stata assunta. Ne discuteremo nel comitato tecnico scientifico, ci confronteremo anche con gli altri Paesi europei sulla base di questo orientamento faremo la nostra scelta finale”.
A cura di Annalisa Cangemi
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L'ipotesi di ridurre il numero di giorni previsto per la quarantena è allo studio del governo. "Al momento nessuna decisione è stata assunta. Ne discuteremo nel comitato tecnico scientifico, ci confronteremo anche con gli altri Paesi europei sulla base di questo orientamento faremo la nostra scelta finale. Si consideri che in questo momento l'indicazione dell'Oms è e resta quella dei 14 giorni". Lo ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, rispondendo a margine di un incontro a Bari a una domanda dei giornalisti sull'ipotesi di ridurre la durata della quarantena per chi ha avuto contatti stretti con persone risultate positive al virus, portandola da 14 a 10 giorni. "Sono valutazioni che fanno i nostri scienziati", ha detto il ministro.

In Francia si prevede di ridurre la quarantena a 7 giornianche se manca ancora l'ufficialità. Il ministro della Salute aveva già commentato quest'eventualità durante la conferenza stampa convocata a Palazzo Chigi in vista dell'avvio dell'anno scolastico: "Come è noto l'Oms ha riconfermato come valida quarantena a 14 giorni c'è un dibattito aperto ed ora l'opinione prevalente è che si deve approfondire perché si può ipotizzare una riduzione ma la valutazione la faremo con il Cts anche con gli altri Paesi Ue. Ci sono diverse soluzioni, noi ci inspiriamo al principio di prudenza".

"La durata della quarantena è una valutazione che deve essere primariamente rimessa agli esperti del Comitato tecnico scientifico", ha ricordato anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. "C'è un dibattito anche internazionale su questo punto: l'Organizzazione mondiale della sanità ha ribadito che la soluzione più cautelativa è di 14 giorni, ma ci sono alcuni Paesi, alcuni esperti che valutano comunque la possibilità di una riduzione. Vediamo, si potrebbe anche astrattamente ipotizzare una riduzione di qualche giorno, ma sono soluzioni che non vanno affrontate con una decisione meramente politica, devono avere la garanzia, il conforto delle valutazioni scientifiche"

L'ipotesi: concludere la quarantena dopo 7 giorni con tampone

Tra le ipotesi in campo c'è quella avanzata dal viceministro della Salute Pierpaolo Sileri, secondo cui sarebbe possibile concludere la quarantena dopo 7 giorni con un tampone. "Così liberi le persone, perché oggi il vero problema è la quarantena dei contatti stretti di un positivo: rischiamo di chiudere troppi in un ufficio, un ristorante o qualunque altra attività, mettendo in quarantena persone che stanno bene per il dubbio che siano asintomatici e positivi".

"Per ridurre la quarantena deve esserci una concertazione nella Ue basata sull'evidenza scientifica e non sul calcolo politico o economico”, ha detto Ranieri Guerra, direttore aggiunto dell'Oms. “Non è opportuno – ha spiegato – che uno stato membro vada avanti per conto proprio. Serve un confronto serio da parte degli scienziati. C'è la necessità di concertazione soprattutto quando si parla di frontiere condivise e di curve in rialzo".

In risposta al comitato scientifico francese, secondo cui dopo i primi cinque giorni il rischio di contagio si abbatte di molto, ha detto: "Mi auguro che abbiano prove solide da presentare”" Per Guerra inoltre il periodo di quarantena si potrebbe abbassare, ma a dieci giorni, non a sette. "Dieci giorni è il minimo. Anche per gli asintomatici. Non abbiamo ancora prove definitive e certe che anche la scarsa sintomatologia non possa trasformarsi in danno".

Il parere del think tank ‘Lettera 150'

Secondo ‘Lettera 150', il think tank composto da circa 250 accademici di diverse discipline che si è formato sull’onda dell’emergenza sanitaria, le attuali norme sulla gestione del coronavirus seguite dall’Italia in materia di quarantena vanno riviste. Secondo gli scienziati, infatti, "continuare a prevedere termini più lunghi e nella prassi assai incerti per la quarantena, e un ricorso ripetuto a tamponi per determinare la fine dell'isolamento, rischia di bruciare risorse preziose nel periodo di maggiore bisogno e di tenere in reclusione domiciliare migliaia di persone senza giustificato motivo".

E ancora: "Ad oggi, l'isolamento domiciliare obbligatorio per i soggetti Covid positivi si estende fino alla negativizzazione comprovata da due tamponi effettuati a 24-48 ore di distanza dopo un periodo di almeno 14 giorni dalla risoluzione dei sintomi".

"È urgente – hanno scritto in un documento – che si prenda atto delle indicazioni dell'Oms, declinandole sulla base della prassi seguita dai principali Paesi europei e delle evidenze epidemiologiche di questi mesi. La Francia, che ha portato addirittura a soli 7 giorni la quarantena, indica che non possiamo perdere altro tempo".

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