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Quarantena ridotta, governo prende tempo. Galli: “14 giorni sono troppi, servono test rapidi”

Sulla quarantena ridotta, il Cts prende tempo: servono ulteriori approfondimenti e confronti con le organizzazioni internazionali e con gli altri paesi. Il Cts sta vagliando l’ipotesi di portare il periodo di quarantena da 14 giorni a non meni di 10. Galli (Sacco): “Non è possibile dover attendere tanti giorni per la risposta di un test”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il governo sta ancora valutando l'ipotesi di portare la quarantena da 14 giorni a 10. Ma per prendere questa decisione serviranno ulteriori approfondimenti e confronti con le organizzazioni internazionali e con gli altri paesi. È quanto emerso dal Cts, nella riunione ancora in corso in vista di una eventuale riduzione dei giorni di quarantena.

Il tema, dunque verrà ancora esaminato con un confronto internazionale anche con l'Oms e gli Ecdc. La linea di prudenza, secondo quanto apprende l'Ansa, sembrerebbe dettata anche dall'andamento dell'epidemia alla luce dell'apertura delle scuole.

La proposta di Sileri

La proposta del viceministro della Salute Sileri è quella di prevedere un periodo di quarantena da 7 a 10 giorni massimo, considerato che il tempo d'incubazione sarebbe di 4-giorni: "Sono per una politica sensuale, dei cinque sensi, una politica dei fatti: 7 o 10 giorni con tampone negativo credo sia una scelta da prendere già ieri", ha detto nel corso della trasmissione Tagadà su La7.

"È giusto andare in quarantena se ci sono contatti ma poiché il tempo di incubazione è di 4-6 giorni, tampone per controllo in settima giornata e poi tornare alla normalità". Questo varrebbe ovviamente per soggetti "né malati né positivi".

Galli (Sacco): "Servono i test rapidi"

La necessità di rivedere la durata della quarantena è stata sottolineata anche da Massimo Galli, primario infettivologo dell'ospedale Sacco di Milano, commentando la storia di un bambino di Nembro, sospetto positivo, che attende un tampone da sette giorni, costringendo alla quarantena i genitori, che non possono in questo modo recarsi al lavoro.

"Non è possibile dover attendere tanti giorni per la risposta di un test – ha detto – e nemmeno risolvere il problema a carico delle persone dicendo di stare a casa per 14 giorni, senza nessun tipo di test o indagine ulteriore", ha detto a Buongiorno su Sky TG24.

"Più di un terzo delle persone che si infettano con Sars-CoV-2 rimane asintomatico. Quindi perché continuare con un'indicazione dell'Oms, più politica che scientifica, che a suo tempo ha detto 14 giorni di quarantena perché più o meno sono il periodo massimo di incubazione della patologia? Questo poi è stato detto per i numerosissimi Paesi nel mondo che non sono in grado di fare i test. Spero che l'Italia non debba messa essere nel novero dei Paesi che non sono in grado di fare i test".

"E, soprattutto", che l'Italia non sia "fra i Paesi che non sono in grado di farli per tempo. La cosa migliore – ha aggiunto – è riconsiderare tutto il discorso delle quarantene mettendoci nell'ambito della valutazione dei tempi, magari inserendo dei test rapidi antigenici".

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