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Quanto vale secondo i sondaggi il possibile nuovo partito guidato da Di Maio

Se il gruppo parlamentare “Insieme per il futuro” si trasformasse in un partito vero e proprio secondo diversi sondaggisti non andrebbe oltre il 2-3% dei voti.
A cura di Giacomo Andreoli
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Non oltre il 2-3%. Ixè, You Trend e Tecné concordano: un eventuale candidatura del partito di Luigi Di Maio non poterebbe a risultati maggiori in termini di voti. Se quindi il gruppo parlamentare "Insieme per il futuro", nato dalla scissione con il M5s, si trasformasse in una vera e propria formazione politica, rischierebbe di rimanere sotto la soglia minima prevista dall'attuale legge elettorale (il Rosatellum) per entrare in Parlamento.

Per Carlo Buttaroni, presidente dell'istituto Tecné, il nuovo partito non avrebbe il necessario "retroterra culturale". Nel 2018, dice, "Di Maio rappresentava l'icona grillina, la voce degli sconfitti della globalizzazione, i fragili, un disagio espresso anche con una certa dose di rancore". Tutto ciò non varrebbe più, vista l'immagine di ministro moderato che Di Maio ha assunto soprattutto negli ultimi due anni. Da qui la stima elettorale del 2-3%. Giovanni Diamanti di YouTrend parla invece di un 3/4%. Ben più pessimista Roberto Weber, presidente di Ixè, secondo cui il 2-3% è un stima già al rialzo. Quanto a Ipsos, invece, il direttore scientifico Enzo Risso preferisce non dare delle cifre, ma fa notare come l'area dei moderati e dei centristi sia già molto affollata e non possa valere complessivamente oltre il 15% dei consensi.

Secondo queste previsioni l'unico modo per Di Maio di rientrare in parlamento nel 2023 assieme ad alcuni dei suoi è unirsi con altre formazioni di centro, a partire da "Centro Democratico" di Tabacci e "Coraggio Italia" di Toti e Brugnaro. Se poi non verrà cambiata la legge elettorale, restando nell'alleanza progressista guidata dal PD, Di Maio potrebbe provare a piazzare qualche altro nome nei collegi uninominali.

Lato Movimento 5 Stelle la scissione, secondo i sondaggisti, dovrebbe portare la formazione attorno al 10%. Prima della divisione, infatti, le rilevazioni davano i grillini tra il 12 e il 13%. La mossa di Luigi Di Maio, quindi, toglierebbe circa il 20% dei voti. Se così fosse il M5S nel 2023 vedrebbe i suoi consensi ridotti a un terzo rispetto al 2018 (quando ottenne oltre il 32%). Un tracollo vero e proprio, che Giuseppe Conte deve cercare di evitare, con pochissimo tempo a disposizione per intervenire e dare alla formazione una nuova veste e una nuova forza.

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