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Quanto salgono le rate del mutuo con i nuovi tassi d’interesse della Banca centrale europea

Il decimo rialzo dei tassi d’interesse della Bce ha alzato ancora il costo del denaro. Fabi, sindacato dei banchieri, ha stimato che effetto sta avendo la nuova politica restrittiva sulle rate dei mutui: gli aumenti superano il 60%.
A cura di Luca Pons
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La Banca centrale europea ha deciso di alzare ancora una volta i tassi d'interesse: è il decimo rialzo consecutivo nel giro di un anno, e ha portato il tasso di rifinanziamento principale dallo 0% al 4% negli ultimi dodici mesi. Se l'obiettivo dichiarato della Bce – cioè far calare l'inflazione e quindi far rallentare i prezzi – sembra effettivamente concretizzarsi, a pagare il costo di questa manovra sono le persone che hanno già un mutuo a tasso variabile, o anche quelle che devono chiedere un prestito e non possono permettersi di aspettare che la situazione cambi.

Secondo la Fabi – Federazione autonoma bancari italiani – nel corso del 2023 le rate di un nuovo mutuo a tasso fisso raddoppieranno. Quelle di un nuovo mutuo a tasso variabile, dall'inizio alla fine dell'anno, faranno invece registrare un aumento tra il 55% e il 65%. Allo stesso tempo, per chi ha già un mutuo a tasso variabile acceso, i pagamenti cresceranno complessivamente del 70%. Si salva, ovviamente, chi ha fatto un mutuo a tasso fisso prima che iniziassero i rialzi, dato che le rate sono prestabilite e non cambiano in base alle circostanze.

Il dato aggiornato a marzo 2023 mostra che in Italia i mutui per l'acquisto di un abitazione valgono 425,5 miliardi di euro. Un aumento significativo, di 50 miliardi rispetto alla fine del 2017. Ad avere un mutuo sono circa 3,5 milioni di famiglie in Italia, mentre sono in totale circa 6,8 milioni quelle che hanno anche altre forme di indebitamento (prestiti personali o crediti a consumo, ad esempio). Proprio considerando credito al consumo e prestiti personali, negli ultimi mesi il ritmo di erogazione delle banche è diminuito: meno prestiti e meno ingenti, a conferma che le mosse della Banca centrale stanno avendo un effetto.

Le stime della Fabi dicono che per un nuovo mutuo a tasso fisso da 200mila euro, da estinguere in 25 anni, il tasso medio che le banche applicano potrebbe essere sopra il 6%, con una rata mensile da 1.304 euro. Per un mutuo, sempre a tasso fisso e sempre in 25 anni, da 100mila euro, il tasso sarebbe attorno al 5,3% e la rata arriverebbe a 609 euro al mese. Fino a fine 2021, il tasso medio si piazzava all'1,8% circa. Insomma, le offerte oggi potrebbero costare più del doppio rispetto a poco più di un anno fa.

Come detto, uno dei prezzi più alti è pagato da chi aveva già un mutuo a tasso variabile. Un aumento del 70-75% significa che una rata che era da 500 euro al mese, ad esempio, oggi è diventata di 875 euro al mese. "È molto probabile che, alla luce della decisione della Bce, le rate dei vecchi mutui a tasso variabile possano salire ancora", ha specificato il sindacato bancario. Un nuovo mutuo a tasso variabile, invece, potrebbe vedere – per un prestito di 150mila euro da restituire in 20 anni – una rata mensile da 1.009 euro, contro i 665 euro che sarebbero stati richiesti a fine 2021.

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