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Quanto rendono i fondi pensione e a chi conviene usarli rispetto al Tfr

Il totale dei fondi pensione in Italia vale 243 miliardi di euro, pari al 10,8% del Pil. Il rendimento dei fondi negli ultimi dieci anni (dal 2015 al 2024) è stato in media del 2,2%: un dato più basso del Tfr. Ma nel confronto bisogna tenere a mente che i due sistemi funzionano in modo diverso e hanno vantaggi differenti.
A cura di Luca Pons
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Oggi tutti i fondi pensione italiani valgono 243 miliardi di euro. Questo è il totale dei soldi messi da parte dai lavoratori che vogliono prepararsi una pensione complementare, privata, rispetto a quella pubblica che accumulano versando i contributi. È un meccanismo che è in vigore dagli anni Novanta ed è stato riformato con le regole attuali nel 2005, ma ancora la maggior parte dei dipendenti (15 milioni su 25) non lo usa. Gli ultimi dati sul rendimento di questi fondi hanno spinto qualcuno a pensare che non siano molto convenienti, anche se la questione è più complessa.

Francesca Balzani, presidente facente funzioni della Covip, Commissione di vigilanza sui fondi pensione, è intervenuta in Parlamento con un'audizione davanti alla commissione parlamentare che si occupa di controllare tutti gli enti previdenziali. Qui, Balzani ha detto appunto che il totale dei fondi pensione oggi vale 243 miliardi di euro (una stima "ancora preliminare").

Si tratta del 10,8% del Pil italiano. L'importo è aumentato, dato che un anno fa la relazione annuale della Covip riguardante il 2023 riportava che c'erano 224,4 miliardi di euro.

Una questione a parte, più delicata, è invece quella dei rendimenti. Chi decide di investire in un fondo pensione ci versa una parte delle sue entrate, con l'aspettativa che quella somma nel tempo cresca, accumuli interessi e quindi sia più alta quando sarà il momento di ritirarla per la pensione. Il meccanismo base è simile a quello del Tfr, che si può lasciare in azienda e negli anni matura lentamente.

La Covip ha riportato che tra il 2015 e il 2024 i rendimenti netti medi dei fondi pensione sono stati del 2,2% all'anno. Il dato è più basso rispetto al Tfr, che nello stesso periodo ha portato un 2,4% all'anno. La notizia, naturalmente, non è positiva per i lavoratori che hanno investito in un fondo pensione, anche se si parla di una media: negli ultimi dieci anni alcuni ci avrebbero guadagnato di più a lasciare il Tfr in azienda.

Il meccanismo, però, non è identico. Il Tfr si rivaluta ogni anno in base all'inflazione. Come è noto, tra il 2021 e il 2023 si sono toccati picchi di inflazione che non si vedevano da decenni, cosa che ha ‘gonfiato' il risultato complessivo. Anche se è possibile che nei prossimi anni i prezzi tornino ad accelerare e l'inflazione a crescere, non è garantito che sarà così (e anzi, la Banca centrale europea lavora proprio per cercare di tenere l'inflazione leggermente al di sotto del 2%). I fondi invece sono gestiti da privati che investono. Se si prende solamente il 2024, i rendimenti medi netti dei fondi sono stati del 6% mentre il Tfr ha maturato un 1,6%.

In generale, per chi si interessa a dove è meglio versare i propri risparmi c'è da valutare non solo il rendimento degli ultimi anni, ma anche le questioni fiscali (ad esempio, le rendite dei fondi pensione hanno una tassazione agevolata, e il governo Meloni sembra intenzionato a spingere per promuoverli ancora di più), la durata dei piani a cui si è interessati, e così via. È sempre utile, quindi, fare una valutazione in base alla propria situazione specifica, ed eventualmente farsi assistere da esperti.

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