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Quanto guadagnano i top manager delle società italiane quotate in borsa, record è di Descalzi all’Eni

Sono soprattutto le banche e le aziende dell’energia che hanno visto, nel 2023, volare gli stipendi dei loro amministratori delegati e presidenti: insieme a Descalzi di Eni, che supera i 10 milioni di euro all’anno, ci sono i top manager di Unicredit, Terna, Enel, Intesa Sanpaolo. Ecco la classifica dei più pagati.
A cura di Luca Pons
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Quasi dieci milioni e mezzo di euro: questo, nel 2023, il compenso ottenuto dall'amministratore delegato e direttore generale di Eni, Claudio Descalzi, confermato dal governo Meloni proprio l'anno scorso alla guida della multinazionale degli idrocarburi fino al 2026. È il suo lo stipendio più alto registrato nel 2023 per una società italiana quotata in borsa, in una classifica che vede moltissimi banchieri e rappresenti del mondo dell'energia: un dato che non stupisce, considerando che lo scorso anno hanno continuato a farsi sentire gli effetti del caro energia, dei tassi d'interesse ai massimi storici e della guerra in Ucraina.

Infatti, Descalzi ha visto un aumento di circa 2,5 milioni di euro rispetto al 2022. Per essere precisi, la sua paga è stata di 10.419.700 euro lordi, di cui circa la metà dovrà essere pagato in tasse. A rilevarlo è stato il Fatto quotidiano con un calcolo che ha tenuto in conto non solo lo stipendio fisso, da 1,6 milioni di euro, ma anche tutti i bonus di prestazione aggiuntivi – citate nella relazione interna dell'Eni – e il valore delle azioni gratuite e le eventuali plusvalenze se Descalzi decidesse di attuare il suo diritto di opzione sulle azioni della società.

Non si tratta dello stipendio più alto tra tutte le società quotate sul mercato italiano: ad esempio, l'amministratore delegato di Stellantis Carlos Tavares con questo stesso metodo di calcolo sfiora i 23,5 milioni di euro di compenso. Ma se si parla delle società italiane, Eni e Descalzi sono nettamente al primo posto. Anche grazie, come accade in molti casi ai vertici delle grandi aziende, alle azioni gratuite ricevute come pagamento.

Al secondo posto si è piazzato Andrea Orcel, l'amministratore delegato di Unicredit. Per il 2023 ha incassato 9,75 milioni di euro, grazie a uno stipendio fisso di 3,25 milioni di euro a cui si sono aggiunti bonus da 6,5 milioni di euro. Orcel è quindi anche quello con la paga più alta tra tutti i banchieri. Lo segue Giuseppe Castagna, ad di Banco Bpm: ha presto circa 6 milioni di euro, contro i 3,04 milioni dello scorso anno. Anche in questo caso, buona parte dell'incasso (circa 4 milioni di euro) deriva dalle azioni gratuite ottenute.

A breve distanza un altro leader nel settore delle banche, l'amministratore delegato di Intesa Sanpaolo Carlo Messina, che ha preso 5,96 milioni di euro, con un lieve calo rispetto al 2022 quando la paga aveva superato di poco i 6 milioni. Altri quattro banchieri entrano in classifica: Alberto Nagel di Mediobanca, con 5,48 milioni di euro; Alessandro Foti di Fineco, con 4,3 milioni di euro (più del doppio rispetto al 2022, anche in questo caso grazie alle azioni gratuite); Piero Luigi Montani di Bper con 1,99 milioni di euro; e infine Massimo Doris di Banca Mediolanum, con 1,83 milioni di euro.

A chiudere il podio degli ad più pagati però non è un esponente del mondo bancario, ma di nuovo dell'energia: Stefano Donnarumma, di Terna. Pur avendo lasciato l'incarico dopo solo quattro mesi nel 2023, ha ottenuto una paga da 6,59 milioni di euro grazie a una fuoriuscita da 4,67 milioni. L'attuale ad di Terna, Giuseppina di Foggia, nei restanti otto mesi dell'anno ha poi guadagnato circa 1,33 milioni di euro.

Al quarto posto ancora energia: Francesco Starace, amministratore delegato di Enel, con 6,3 milioni di euro. Anche in questo si parla di una pesante fuoriuscita, dato che Starace ha lasciato l'Enel a inizio maggio: insieme al trattamento di fine mandato, sono arrivati in tutto 4,96 milioni di euro. Flavio Cattaneo, attuale ad di Enel, si è ‘fermato' a 2,3 milioni di euro da maggio a dicembre.

Stipendio d'oro anche per Franco Balsamo, direttore generale delle raffinerie Saras, con 4,95 milioni di euro. Il presidente e ad di Saras è Massimo Moratti, che ha incassato 2,9 milioni di euro. Nella classifica restano ancora due posizioni, leggermente sotto Moratti: Alessandro Puliti, amministratore delegato di Saipem (che opera nelle infrastrutture energetiche), è arrivato a 2,8 milioni di euro, mentre Paolo Gallo di Italgas a 2,44 milioni di euro.

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