video suggerito
video suggerito
Opinioni

Quanto durerà il Governo Letta?

L’esecutivo ha (forse) superato l’ostacolo più grande, ovvero la decadenza di Berlusconi da senatore, eppure le “prove del nove” non sono affatto finite.
17 CONDIVISIONI
Immagine

Il superamento della crisi di Governo porta con se i soliti dubbi e, sostanzialmente, la stessa domanda ricorrente: fin quando durerà il Governo Letta? Ovviamente la risposta non è in alcun modo definitiva, né è lecito pensare di poter immaginare un percorso lineare con tanto di data di arrivo. È però possibile fare alcune considerazioni a partire dalle scadenze certe e definite. A cominciare da quella del 15 ottobre, con la chiusura della finestra elettorale che rimanderà il comunque poco probabile ritorno alle urne, almeno di altri 4 mesi. Tecnicamente ci sarebbe in effetti lo spazio per votare a febbraio, ma appare ipotesi complessa, per non dire azzardata.

Il prossimo scoglio per il Governo è infatti la legge di stabilità, alla quale sta lavorando oramai da settimane il ministro Saccomanni, a stretto contatto proprio con il Presidente del Consiglio. All'interno del provvedimento troveranno posto interventi di fondamentale importanza, dalle misure per gli esodati al rinnovo della cassa integrazione, dalla rideterminazione dell'Imu (con l'introduzione della service tax e in attesa di capire il destino delle rate della vecchia tassa sugli immobili, affidata invece al decreto in discussione in questi giorni) agli interventi sul cuneo fiscale, dalla nuova spending review al più che probabile intervento sulle accise: insomma, ci sono tutti gli elementi per ipotizzare che la legge rappresenterà il frutto del lavoro di 6 mesi dell'esecutivo, nonché l'impostazione della piattaforma sulla quale il Governo si muoverà nei prossimi mesi.

Ecco, senza scendere troppo nel dettaglio (anche perché per ora si lavora solo sulle ipotesi) ed al netto dei vincoli strettissimi entro i quali l'esecutivo è chiamato a muoversi, la sensazione è che ora Letta sia nella posizione di forza per imporre le proprie decisioni alla maggioranza. Certo, non sono da escludersi scossoni e momenti di grande tensione, soprattutto per quel che concerne le coperture, ma appare davvero arduo ipotizzare che si rompa su un provvedimento del genere l'asse Letta – Alfano, nato proprio in ragione della sostenibilità e della responsabilità.

In mezzo c'è la questione della decadenza di Berlusconi dalla carica di senatore, che dovrà essere ratificata dall'Aula del Senato della Repubblica. È inutile girarci intorno: le manovre dei pontieri del Popolo della Libertà per salvare il Cavaliere grazie ai franchi tiratori del Partito Democratico sono già cominciate (sfruttando la prassi del voto segreto che, sia detto per inciso, sarà confermata anche nella votazione che riguarda Berlusconi). In questo senso va letta anche la decisione di chiedere l'affidamento ai servizi sociali: un segnale di distensione, ma anche una remissione (di facciata, forse) alle indicazioni delle colombe e dei familiari, che sperano sempre in un gesto di clemenza del Capo dello Stato. Nell'uno e nell'altro caso però, il Governo non dovrebbe rischiare. Certo, il condizionale è d'obbligo, ma paradossalmente un eventuale "salvataggio" di Berlusconi potrebbe avere ripercussioni maggiori della ratifica della sua decadenza, proprio perché aprirebbe la resa dei conti definitiva all'interno del Pd.

Superata questa fase, al Governo non resterebbe che accompagnare il Parlamento verso quel processo di riforme istituzionali su cui Letta ha deciso di puntare. Una strada impervia e non decisamente produttiva, ma che comunque avrebbe tempi lunghi e "prorogabili", malgrado l'assicurazione di "tempi certi" (su cui in pratica non fa affidamento nessuno). Tempi lunghi che porteranno alla prosecuzione del Governo fino a primavera inoltrata, quando comincerà ad incombere lo spettro del semestre di Presidenza italiano dell'Unione Europea, che comincerà il primo luglio del 2014. Difficile, per non dire impossibile, pensare che a quella data ci si prepari con una campagna elettorale e nuove elezioni che potrebbero riproporre una situazione di stallo simile a quella creatasi dopo le ultime politiche.

Molto più probabile invece è vedere ancora Letta al timone per quella data. Con una proroga di ulteriori sei mesi ed il traghettamento verso quella che sembra la data più realistica per nuove consultazioni: la primavera del 2015. A quella data, Letta conta di arrivare con una nuova legge elettorale, con qualche riforma istituzionale di rilievo (la forma di Governo o, più realisticamente, almeno il superamento del bicameralismo perfetto) e con dati positivi dal punto di vista economico – finanziario. Insomma, il Governo potrebbe davvero durare fino alla primavera del 2015. Ma tra il dire ed il fare, in questo caso ci sono di mezzo le larghe intese.

17 CONDIVISIONI
Immagine
A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views