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Quanto crescerà l’assegno delle pensioni minime e perché l’aumento è in ritardo

Le pensioni minime Inps sono state aumentate, per gli over 75, fino a 600 euro. L’incremento però doveva partire da gennaio, ma finora non si è visto. Ecco quanto salirà l’assegno e quando ci si può aspettare che partano gli aumenti.
A cura di Luca Pons
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L'aumento delle pensioni minime, inserito dal centrodestra nel suo programma elettorale, è uno dei punti su cui la maggioranza insiste di più, soprattutto con Forza Italia. Nella scorsa legge di bilancio, il governo Meloni l'ha previsto, anche se in modo limitato: un aumento a 600 euro delle pensioni di chi ha più di 75 anni, solo per il 2023. Tuttavia, anche se l'aumento doveva partire già da gennaio, a maggio ancora non è arrivato. Il motivo sarebbe una certa difficoltà nel definire la platea di pensionati che dovrebbero ricevere l'aumento.

Quanto sale la pensione minima nel 2023 e nel 2024

La norma, approvata nella legge di bilancio a dicembre, prevede un aumento dell'1,5% per gli assegni inferiori o uguali al trattamento minimo secondo le soglie Inps. Per il 2023, la soglia è fissata a 563,73 euro. Chi ha un assegno minimo, quindi, con l'aumento previsto si arriverebbe poco sopra i 572 euro. Tuttavia, per raggiungere l'obiettivo – anche simbolico – dei 600 euro al mese, per i pensionati con più di 75 anni di età l'aumento sale al +6,4%. Per i beneficiari in quella fascia d'età che prendono l'assegno minimo, la somma salirebbe in effetti a 599,82 euro.

Come detto, si tratta di un aumento temporaneo. Nel 2024, infatti, gli incrementi del 2023 saranno cancellati e si tornerà al trattamento minimo Inps (da aggiornare in base all'inflazione, quindi più alto degli attuali 563,73 euro). A quel punto ci sarà un nuovo aumento, uguale per tutti: +2,7%, a prescindere dall'età. Nel 2025, infine, finiranno gli aumenti, anche se ci sarà come sempre la rivalutazione delle pensioni, e quindi anche dell'assegno minimo, in base all'inflazione. Una rivalutazione che è valsa il +7,3% quest'anno e dovrebbe essere attorno al 5% l'anno prossimo.

Quando arriveranno gli aumenti in ritardo

Fino ad oggi, non si sono ancora visti però assegni da 600 euro per i pensionati over 75 che prendono la soglia minima Inps. Il motivo, secondo quanto è possibile ricostruire in assenza di comunicazioni ufficiali, è che la norma non è stata scritta in modo molto preciso. Per questo, va identificata con più chiarezza la platea di beneficiari: considerando anche le persone che prendono meno dell'importo minimo per una serie di motivi tecnici, l'aumento potrebbe essere rivolto anche a due milioni di pensionati. Cosa che potrebbe rendere insufficienti i fondi previsti, cioè 480 milioni di euro per il 2023 e 379 milioni per il 2024.

Con una circolare risalente a più di un mese fa, il 3 aprile l'Inps aveva diffuso le prime indicazioni più precise per applicare l'aumento. Il testo specificava che l'aumento era riconosciuto "dal 1° gennaio 2023". Ad oggi, la pensione minima percepita è rimasta la stessa. Tuttavia, dopo i necessari chiarimenti con il ministero del Lavoro, ci si può aspettare che gli aumenti inizino ad arrivare da luglio, se non da giugno nel caso in cui le procedure prendano velocità.

L'Inps ha comunque specificato in più occasioni che il ritardo nei pagamenti non avrà effetto sulla somma totale: con il primo pagamento "vengono corrisposti anche gli arretrati spettanti dal 1° gennaio 2023″, recitava anche la circolare di aprile. Nei prossimi mesi, quindi, potrebbe arrivare una pensione particolarmente alta per recuperare.

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