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News su migranti e sbarchi in Italia

Quanto costerà all’Italia il comportamento di Salvini con i migranti della nave Diciotti

La Cassazione ha stabilito che l’Italia dovrà risarcire i migranti che si trovavano a bordo della nave Diciotti: l’allora ministro Salvini impedì loro lo sbarco per dieci giorni. Sarà un tribunale a stabilire la somma, e potrebbe trattarsi anche di milioni di euro. Per di più, c’è la possibilità che la sentenza crei un precedente.
A cura di Luca Pons
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La sentenza della Corte di Cassazione sul caso Diciotti ha stabilito le 41 persone migranti che avevano fatto ricorso dovranno essere risarcite per i danni subiti. Dal 16 al 25 agosto del 2018, alla nave fu impedito di sbarcare dall'allora ministro dell'Interno, Matteo Salvini. In questo modo però il governo privò le persone a bordo della loro libertà, e ora è tenuto a un risarcimento. Che potrebbe essere simbolico, nell'importo, ma anche arrivate a pesare milioni di euro.

Il caso, come detto, risale a quasi sette anni fa. A bordo della nave Diciotti della Marina militare c'erano 177 persone, tra cui parecchi minorenni, ma solamente 41 persone, tutte eritree, hanno portato avanti la causa che ieri ha avuto ragione dalla Cassazione.

La decisione è stata criticata dal governo Meloni con toni durissimi, a partire dalla stessa presidente del Consiglio, fino alla Lega che ha invitato i giudici a risarcire con i propri stipendi le persone colpite. Tanto che la prima presidente della Corte, Margherita Cassano, ha risposto con una nota ufficiale: "Inaccettabili gli insulti che mettono in discussione la divisione dei poteri".

Quanto varrà il rimborso per le persone migranti a bordo della nave Diciotti

Adesso, nonostante le proteste del governo, il rimborso dovrà essere quantificato. E a farlo sarà un tribunale civile. La Cassazione, infatti, non si occupa della decisione specifica nel dettaglio: con la sua sentenza ha semplicemente stabilito il principio che impedire lo sbarco non fu un atto politico (su cui ci sarebbe stata ampia libertà di manovra), ma un atto amministrativo.

Questo significa che le persone migranti avevano tutto il diritto di chiedere i danni, come tutti i cittadini che subiscono un torto da parte della pubblica amministrazione. Anche perché l'obbligo di soccorso in mare è "il fondamento delle principali convenzioni internazionali, oltre che del diritto marittimo italiano", perciò tutelare i naufraghi avrebbe dovuto essere la priorità.

Ci sono 41 persone da rimborsare per i danni non patrimoniali, per quasi dieci giorni in cui sono state di fatto private della libertà, dato che gli è stato impedito di sbarcare. Tutto dipenderà dalle valutazioni del singolo tribunale civile. È possibile che venga assegnato un risarcimento simbolico. Oppure, secondo alcune stime, si potrebbe arrivare a una somma tra i 40mila e i 70mila euro a testa. In quest'ultimo caso si andrebbe a sfiorare un pagamento complessivo da tre milioni di euro.

Perché la sentenza rischia di essere un precedente pericoloso per il governo

C'è poi una questione più ampia dell'importo del risarcimento, e che potrebbe preoccupare il governo: la possibilità che questo caso diventi un precedente. Non era mai arrivata una sentenza di questo tipo, e certamente non dalle Sezioni unite della Corte di Cassazione.

Nel sistema italiano, a differenza di altri, le decisioni della corte suprema non diventano ‘legge'. Tuttavia, dato che tutte le cause possono arrivare al massimo fino alla Cassazione, la decisione ha un certo peso soprattutto quando la corte si esprime a sezioni unite significa che anche altri casi simili, se arrivassero fino al terzo grado, potrebbero ottenere lo stesso risultato.

Insomma, se altre persone migranti a cui è stato impedito lo sbarco chiedessero un risarcimento, oggi, anche se il tribunale e la corte d'appello gli dessero torto, la richiesta arriverebbe poi alla Corte di Cassazione. E qui, se si dovesse seguire lo stesso principio che bloccare gli sbarchi è un atto amministrativo e non politico, si aprirebbe la porta al rimborso. Insomma, non si tratta di una garanzia, ma non si può escludere che il risarcimento del caso Diciotti non sarà l'ultimo.

L'Anm: "Messaggio devastante di Meloni, attacchi e populismo"

“Pensavamo di dover aprire questo incontro affrontando nel dettaglio i contenuti dell’incontro tra la giunta e la presidente Meloni. Invece: abbiamo dovuto assistere addirittura all’attacco alle Sezioni Unite. E c’è un messaggio devastante che la premier Meloni consegna ai cittadini: cioè che per colpa di una pronuncia dei giudici si sperpereranno dei soldi pubblici. È anche con questo livello di populismo che dobbiamo, tra le altre cose, fare i conti". Lo ha detto oggi Cesare Parodi, presidente dell'Associazione nazionale magistrati e appartenente alla corrente di destra delle toghe, Magistratura indipendente.

"Il nostro principale obiettivo", ha detto Parodi parlando della protesta contro la riforma della giustizia, "è imbastire tutta una serie di manifestazioni, di incontri, di modalità di comunicazione per portare questo messaggio ovunque e a chiunque. Non sarà facile, è molto difficile – sottolinea -, anche perché non è che siamo così ben inseriti nei canali di comunicazione. Faremo tutto il possibile per portare il nostro messaggio alle persone che magari non l'hanno capito o che magari non lo conoscono nemmeno".

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