Quanto costano le deduzioni fiscali che il governo Meloni vuole tagliare, e chi aiutano
La riforma fiscale che il governo Meloni si è impegnato a mettere in atto – con la legge delega che il Parlamento ha approvato a inizio agosto – ha molti passaggi ambiziosi, e alcuni piuttosto vaghi: entro la data ultima del 29 agosto 2025, dovrebbe arrivare una riforma dell'Irpef che ha come obiettivo (dichiarato, ma non scritto nella legge) la flat tax, ma anche modifiche dell'Ires, dell'Iva, il superamento dell'Irap, una riforma complessiva del rapporto tra Fisco e aziende, l'innalzamento della no tax area per i dipendenti e gli autonomi, e molte altre misure. Questi interventi, complessivamente, costerebbero parecchio per essere concretizzati. Tra gli introiti da usare il governo ha più volte indicato che ci sarà un taglio delle tax expenditure, ovvero delle detrazioni e deduzioni fiscali di vario tipo.
Secondo un dossier pubblicato dall'Ufficio valutazione impatto del Senato, queste deduzioni costano allo Stato una cifra pari al 4% del Pil italiano. Queste "deviazioni dal regime fiscale ‘normale'", si legge, contribuiscono ad "aumentare la complessità del sistema" e causano "perdite di gettito consistenti: il 4% del Pil", appunto.
Secondo gli studiosi, negli ultimi anni il numero di agevolazioni fiscali è cresciuto parecchio: nel 2022 erano 626, e hanno causato una perdita di 83 miliardi di euro per lo Stato. In più, ce ne sono altre 114 riferite a imposte locali, per un totale di 740 agevolazioni di diversa natura.
Per sapere quante persone vengono aiutate da queste detrazioni, e con quanti soldi ciascuna, mancano dei dati importanti: "Per quasi l'80% delle misure è difficile svolgere analisi complete", hanno sottolineato gli esperti. Di quelle di cui si sanno tutte le informazioni, la maggior parte (80 detrazioni in tutto) riguardano gruppi piuttosto piccoli di persone: meno di 30mila beneficiari per ogni agevolazione.
Quanto valgono queste tax expenditure? Il valore medio è "sostanzialmente inverso al numero di beneficiari", si legge: è più alto per le misure fino a mille beneficiari (15.139 euro in media a testa) e più basso per i provvedimenti con più di 10 milioni di beneficiari (157 euro in media). Le agevolazioni più costose per lo Stato sono quelle che riguardano due settori: "Casa e assetto urbanistico", da una parte, e "Competitività e sviluppo delle imprese" dall'altra.
Va detto che nelle tax expenditure ci sono anche deduzioni per cose come le spese mediche e la scuola. Su queste il governo si è impegnato a non intervenire, come anche in diversi altri settori, che sono stati inseriti nel testo della legge delega: la previdenza complementare, l'efficientamento energetico, i beni culturali e altri. Insomma, per rendere meno complesso il sistema, tagliare le deduzioni ‘inutili' e aumentare le entrate per lo Stato, ma allo stesso tempo tutelare le famiglie con un reddito basso e settori più critici, servirà un esercizio di precisione.