Il think tank Tortuga in collaborazione con Fanpage.it lancia una serie di articoli per rispondere a una delle domande più pressanti di questa campagna elettorale: ma quanto costerebbe implementare i programmi dei principali schieramenti politici?
Questo esercizio ha l’obiettivo sia di verificare in linea di massima la fattibilità economica e politica di tali misure, ma in modo più rilevante quella di capire i diversi livelli di priorità che sono attribuiti dalle forze politiche a differenti aree di interesse.
Occorre precisare però che la vaghezza di alcune proposte pone dei forti limiti alla capacità di stima. Ciononostante, parlare anche di costi, seppur formulati su ipotesi, è un esercizio che riteniamo essenziale al dibattito democratico.
Partiamo con il Movimento 5 Stelle, analizzando il programma nelle sue principali componenti.
Dalla parte dei giovani
Il programma elaborato dal Movimento 5 Stelle riguardante i giovani si basa su due pilastri principali: incentivare l’indipendenza economica ed abitativa e preservare la loro integrità previdenziale.
Dal lato finanziario ed abitativo, il Movimento ha intenzione di stabilizzare e prorogare gli attuali sgravi fiscali e contributivi a favore degli under 36. Il costo di queste due misure ammonterebbe ad un miliardo ciascuno, come definito dalla legge di bilancio, vista la volontà del Movimento di non porsi in discontinuità con le precedenti decisioni governative.
Dal punto di vista previdenziale, il Movimento intende invece portare avanti due politiche che affrontino l’attuale precarietà del mercato del lavoro. Il riscatto gratuito della laurea, che permetterebbe di includere gli anni universitari come anni contributivi, è attualmente agevolato dallo Stato italiano per metà dell’importo dovuto. La gratuità del riscatto imporrebbe quindi di raddoppiare il costo sulla spesa pubblica, arrivando a superare i tre miliardi.
La Pensione Garanzia Giovani garantirebbe invece un supporto contributivo da parte dello Stato per garantire un importo previdenziale minimo. Tuttavia, la proposta del Movimento non specifica né l’ammontare minimo (che potrebbe variare tra i 780 e i 1020 euro) né la fonte di finanziamento. Lo Stato potrebbe infatti sia contribuire progressivamente all’integrazione dei contributi, sia compensare la differenza al momento del pensionamento. Nonostante non sia possibile quantificare quindi il costo specifico di questa misura, vista l’ampiezza del lavoro precario giovanile (3 milioni di lavoratori per Istat), l’integrazione contributiva potrebbe prevedere un contributo aggiuntivo attorno ai dieci miliardi annui, che potrebbero tuttavia pesare sulla fiscalità generale solo in un momento successivo.
Costo totale: 5 – 15 miliardi di euro
Dalla parte dell’ambiente
Il programma del Movimento ambisce a “tendere ad un modello sostenibile di consumo energetico per ridurre le emissioni annue di gas serra”. La proposta principale avanzata dal Movimento consiste nella stabilizzazione del superbonus edilizio, congiuntamente allo sblocco dei crediti pregressi. Questa misura prevedrebbe, secondo uno studio Enea, uno stanziamento immediato di ulteriori 12 miliardi, per favorire lo sblocco dei crediti per i lavori già ammessi a detrazione (per un totale di 45 miliardi).
La stabilizzazione di questa misura prevedrebbe quindi un’ulteriore aumento dei fondi stanziati, a cui tuttavia il Movimento non fa riferimento, impedendo un computo preciso del costo della misura. Il costo lordo secondo una stima Tortuga (al netto dei maggiori introiti fiscali nelle casse statali) potrebbe quindi variare dagli almeno 15 miliardi entro fine anno ad un limite massimo identificato dal prossimo governo.
Il programma del Movimento affronta inoltre le attuali crisi energetiche ed idriche che l’Italia sta affrontando. Per favorire la riduzione dell’emissione dei gas serra il Movimento intende favorire la conversione del parco auto privato circolante attraverso incentivi e agevolazioni per mezzi motorizzati attraverso fonti rinnovabili. Gli attuali incentivi prevedrebbero un costo di un miliardo annuo. Ciononostante la portata dell’obiettivo di riconversione comporterà un aumento degli incentivi sopracitati. Il miglioramento della rete idrica, necessario per affrontare la crisi di siccità, comporterebbe invece un costo una tantum di 8 miliardi di euro (al netto dei fondi stanziati dal PNRR), a cui aggiungere una manutenzione annuale pari a quattro miliardi.
Costo totale: almeno 28 miliardi di Euro
Dalla parte dei lavoratori e del welfare
Le proposte del Movimento rispetto welfare e lavoro si articolano attorno a quattro pilastri principali: decontribuzione sul lavoro dipendente, misure per la parità di genere nel mercato del lavoro, tema casa e fragilità.
Per quanto riguarda le politiche di welfare proposte, una delle proposte di punte è quella del salario minimo. L’implementazione di un minimo salariale non richiederebbe una spesa diretta dalla parte dello Stato, ma andrebbe ad imporre costi aggiuntivi alle imprese. Una stima approssimativa indica costi aggiuntivi per le aziende stimati da Inapp attorno ai 6,7 miliardi.
Un secondo punto chiave del programma riguarda la stabilizzazione di “Decontribuzione Sud”, misura introdotta nell’ottobre 2020 con l’obiettivo di spingere l’occupazione nel Sud attraverso una riduzione contributiva del 30% su una ampissima platea di beneficiari. L’Inps riporta che il costo della misura per l’anno 2021 è stato di circa 3 miliardi. Considerando che la politica ha raggiunto lo scorso anno solamente il 36,5% dei possibili beneficiari, la spesa potrebbe essere maggiore una volta diminuiti i disincentivi burocratici.
Si propone inoltre di stabilizzare Incentivo Donne, misura di decontribuzione al 100% in caso di assunzione di donne disoccupate. Tale misura ha avuto un costo nel 2021 di 137 milioni, raggiungendo il 62% della platea.
Rispetto alla proposta di equiparazione di congedo parentale tra madri e padri, la stima di spesa dipende dalla durata del congedo e dalla indennità considerata. Ad oggi si tratterebbe di aumentare i 10 giorni di congedo obbligatorio per i padri, valutando di trasferire parte del congedo materno. Ipotizzando una estensione di 30 giorni rispetto al congedo paterno attuale, sempre con una indennità al 100%, la spesa per lo stato potrebbe essere di 630 milioni all’anno. Questo prendendo i 404.892 nati nel 2020, un reddito medio di 2100 euro e considerando che solo il 74% degli uomini con figli piccoli è lavoratore dipendente.
Per quanto riguarda il diritto alla casa e l’edilizia residenziale pubblica (ERP), una prima proposta riguarda la riqualificazione e all’efficientamento dell’ERP corrisponde alla misura "Inclusione e coesione" del Pnrr rispetto al programma sulla qualità dell’abitare, realizzato attraverso i bandi PINQuA, per la quale si prevede uno stanziamento per 2,8 miliardi.
Rispetto all’agevolazione all’accesso a mutui per l’acquisto della prima casa, la stima di spesa dipende dall’estensione dell’implementazione. Ad oggi il Fondo di garanzia sulla prima casa, recentemente rifinanziato dal Mef per 250 milioni, è gestito dal Consap. Mantenendo dotazioni in linea con quelle attuali, il costo per le finanze pubbliche sarebbe tra 250-300 milioni annui.
Per quanto riguarda la spesa pensionistica, il programma rimane estremamente vago e rende complesso azzardare cifre di spesa. Viene solamente indicato che si intende evitare il ritorno alla Legge Fornero, agendo sulle categorie di lavori gravosi e usuranti. Non è quindi possibile quantificare un costo.
Infine, il programma presenta alcune misure rispetto all’inclusione di disabili ed anziani, in linea con le misure delineate nel Pnrr rispetto all’aumento delle pensioni di invalidità per individui con disabilità, strumenti per percorsi di vita indipendente e tutela alla indipendenza degli anziani non autosufficienti. La missione “Servizi sociali, disabilitò e marginalità sociale” stanzia 1,45 miliardi per queste misure.
Costo totale: almeno 8.5 miliardi di Euro
Per la formazione
La misura principale riguardante l’istruzione nel programma del Movimento 5 Stelle è la proposta di un adeguamento salariale per gli insegnanti in linea ai livelli europei.
Utilizzando i dati Eurydice, la rete d’informazione europea sull’istruzione, guardiamo all’aumento salariale necessario per allinearsi alla media europea. L’adeguamento salariale necessario sarebbe di €1.666, €937 e €1.200 rispettivamente per i docenti di istituti elementari, medie e superiori. I docenti di scuola primaria in Italia sono 292.356mila, ciò quindi comporterebbe un aumento di spesa pari a €487 milioni. Gli insegnanti delle scuole medie sono 202.379mila, aumento quindi di €190 milioni. Quelli della scuola superiore sono invece 311.484 per un aumento di €374 milioni. In totale quindi, la riforma, se applicata ad insegnanti di scuola primaria e superiore richiederebbe una spesa aggiuntiva pari a poco più di €1miliardo.
Costo totale: almeno 1 miliardo di Euro
Fisco
La proposta del Movimento di eliminare l’Irap costerebbe alle finanze statali circa 24 miliardi l’anno, guardando alle entrate del 2021. Se però si procedesse all’eliminazione della tassa solamente il settore privato, come sembra essere suggerito, allora il costo si limiterebbe a 13.3 miliardi.
Viene poi proposto di tagliare il cuneo fiscale, ma non delineando in alcun modo attraverso quale modalità e di quanto, è impossibile immaginarsi un costo indicativo di tale intervento. Per avere un ordine di grandezza in mente, una limitata espansione della platea del bonus Irpef 80 euro varrebbe 7 miliardi.
Costo totale: almeno 20,3 miliardi di Euro
E quindi, quanto potrebbe costare?
Dalla somma delle voci sopra analizzate, l’implementazione del programma del M5S richiederebbe come minimo tra i 61 e i 71 miliardi di stanziamento, senza considerare alcun tipo di spesa pensionistica aggiuntiva. Le voci di spesa principali che identifichiamo sono quindi attinenti all’area di Fisco e Sostenibilità, il primo per l’abolizione dell’Irap mentre la seconda per il Super Bonus 110%.