Quanto aumenteranno le pensioni minime con la manovra: le ipotesi del governo Meloni
Le pensioni minime aumenteranno nel 2023. Di quanto, però, ancora non è chiaro. La promessa del leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, era semplice: mille euro per tutti, almeno. Inutile dire che siamo lontanissimi e che si tratta di una delle tante promesse non mantenute, per ora. Il prossimo anno, però, ci sarà un aumento più marcato per chi ha la pensione minima rispetto agli altri: la rivalutazione – e cioè l'adeguamento dell'assegno pensionistico all'andamento dell'inflazione, che come sappiamo è schizzata nel 2022 – sarà dell'8,7%, contro il 7,3% previsto per tutti gli altri. Questo, almeno, è il provvedimento previsto nella manovra del governo Meloni.
Secondo la legge di Bilancio, infatti, l'importo delle pensioni minime si alzerà così da 523 a 570 euro al mese. Praticamente poco meno di cinquanta euro a pensionato. Il costo di questa misura, secondo quanto stanziato in manovra, è di circa 210 milioni di euro.
Nelle ultime ore, però, Forza Italia starebbe facendo pressione sul ministero dell'Economia per rivedere al rialzo queste percentuali e arrivare almeno alla soglia dei 600 euro. Conti alla mano è praticamente impossibile, visto che il tesoretto messo a disposizione dal governo per modificare la legge di Bilancio è di circa 400 milioni di euro. Qualsiasi cosa si voglia rivedere in fase di discussione parlamentare, bisognerà attingere da lì. Dire che sia un pozzo poco profondo è un eufemismo. È praticamente già prosciugato.
Così si potrebbe andare verso un aumento a 600 euro ma solamente per i pensionati over 70 che hanno un reddito Isee particolarmente basso, ma si tratta – al momento – di semplici ipotesi. In ogni caso la questione è sul tavolo del governo e del Tesoro, insieme a molte altre.
L'obiettivo del governo, nei cinque anni, è arrivare ai famosi mille euro promessi a chi percepisce una pensione minima. Per ora, però, si fa fatica ad arrivare a seicento.