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Quanto aumenta lo stipendio degli insegnanti con il nuovo contratto e a che punto sono le trattative

Il nuovo contratto per comparto scuola dovrebbe portare aumenti fino a 150 euro al mese, lordi. Al momento i negoziati sono però agli inizi: il secondo incontro è previsto il 18 marzo. I sindacati spingono per un incremento degli stipendi più alto, e per garanzie più ampie.
A cura di Luca Pons
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Le trattative per il rinnovo contrattuale del comparto scuola, università e ricerca sono ufficialmente iniziate. Pochi giorni fa si è svolto il primo confronto tra sindacati e Aran (l'agenzia che rappresenta lo Stato nelle contrattazioni dei Ccnl pubblici), e il prossimo è fissato per il 18 marzo. È probabile che serviranno diverse settimane per arrivare a un accordo, ma la base di partenza delle negoziazioni è già tracciata.

Il motivo è soprattutto che i numeri in buona parte sono noti. Ci sono a disposizione circa 3,2 miliardi di euro in tutto. Tenendo conto di come saranno suddivisi tra aumenti di stipendio e altri miglioramenti, si può già fare una stima dell'impatto sui salari per gli 1,2 milioni di dipendenti che rientrano in questo contratto collettivo: circa 140 euro lordi al mese in più, che possono arrivare a 150 euro per gli insegnanti. In queste somme sono inclusi anche i 90 euro che saranno erogati come anticipazioni e come indennità di vacanza contrattuale (cioè il pagamento dovuto per il periodo di tempo passato senza un rinnovo del contratto scaduto).

La vacanza contrattuale sarà pagata con un aumento dello 0,6% ad aprile e uno dell'1% a luglio. D'altra parte, l'ultimo contratto siglato è scaduto nel 2021. Le trattative in corso oggi riguardano il Ccnl 2022-2024 che, nel momento in cui verrà firmato, sarà già a sua volta scaduto. Poi si partirà con il triennio 2025-2027, con il quale si spera di riuscire ad arrivare all'accordo prima che arrivi la sua data di scadenza.

Va detto che qualche – piccola – novità per quanto riguarda le cifre potrebbe ancora arrivare. Nella legge di bilancio per quest'anno il governo ha stanziato 122 milioni di euro rivolti alla "valorizzazione" del sistema scolastico, e altri circa 94 milioni di euro per il fondo dedicato al miglioramento dell'offerta formativa. Si tratta, comunque, di somme ridotte. Bastano dei semplici calcoli per osservare che anche se una buona parte di questi soldi venisse dedicata agli stipendi si parlerebbe di un ulteriore aumento di qualche decina di euro al massimo.

Naturalmente il contratto non riguarda solo gli stipendi. Si parla anche di formazione, per esempio. Poco più di 40 milioni di euro all'anno dovrebbero essere dedicati proprio alla formazione, e una parte delle risorse (crescente nel tempo, fino ad arrivare a oltre 300 milioni di euro all'anno dal 2031 in poi) servirebbe per pagare gli incentivi a quei docenti che si mantengono attivi nella propria formazione personale. Ad esempio, chi aderisce ai percorsi triennali per la formazione dovrebbe avere diritto – se otterrà una valutazione positiva – a un aumento una tantum pari a una percentuale tra il 10 e il 20% dello stipendio.

I sindacati, per ora, non sono soddisfatti di ciò che è stato messo sul tavolo dall'Aran. Il nuovo sistema di incentivi per la formazione non ha ottenuto riscontri positivi, soprattutto perché la priorità per i sindacalisti è aumentare gli stipendi e recuperare, il più possibile, il potere d'acquisto che tutti i dipendenti della scuola hanno perso negli anni del picco di inflazione: si parla di circa il 16%, mentre l'attuale rinnovo del contratto porterebbe un aumento di appena il 6%. Non a caso, il segretario di Uil Scuola Rua Giuseppe D'Aprile ha sottolineato che oggi gli stipendi reali (cioè rapportati al costo della vita) sono "scesi sotto i livelli del 2009".

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