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Quante persone migranti sono sbarcate a Lampedusa l’anno scorso

Lampedusa continua a essere il principale punto di arrivo per migliaia di migranti in cerca di un futuro migliore in Europa, con 126mila persone accolte dal 2023 al 2025. Il 68% totale delle persone proviene da Paesi segnati da violazioni dei diritti umani.
A cura di Francesca Moriero
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Lampedusa rimane, anno dopo anno, il primo approdo per migliaia di persone migranti che affrontano le insidie del Mediterraneo nella speranza di costruire un futuro migliore in Europa. Secondo il nuovo report della Croce rossa italiana (CRI), dal 1° giugno 2023 al 10 gennaio 2025, l'hotspot di Contrada Imbriacola, a Lampedusa, ha accolto 126mila migranti in seguito a 3.010 sbarchi.

"126mila vite che hanno trovato assistenza e supporto qui, a Lampedusa, dopo viaggi interminabili che spesso terminano in tragedia", ha dichiarato Rosario Valastro, presidente della CRI. Croce Rossa fa poi sapere che solo il 2024 ha portato a Lampedusa 45.997 persone migranti, a fronte di 1.095 eventi di sbarco. Si tratta per la maggior parte di uomini adulti e soli (74,3%), di minori, spesso non accompagnati, (19,4%) e di donne (6,3%).

I Paesi di provenienza

Un dato significativo, pubblicato dal report della Croce Rossa Italiana, riguarda i Paesi di provenienza dei migranti: nel 2024, il Bangladesh (21%), la Siria (20%), la Tunisia (11%) e l’Egitto (7%) rappresentano il 68% del totale. Tuttavia, questi Paesi, pur avendo rapporti consolidati con l’Unione Europea, sono spesso teatro di gravi violazioni dei diritti umani.

Il recente Decreto Flussi dell’Italia ha tuttavia classificato questi paesi come "Paesi sicuri", facilitando i rimpatri con procedure accelerate che offrono meno tutele ai richiedenti asilo. Una classificazione che, secondo molti esperti, riflette più la pressione migratoria che una reale condizione di sicurezza in questi territori.

Continuano i naufragi

Le crisi globali, dalla guerra in Ucraina all’instabilità in Medio Oriente, continuano tuttavia a spingere donne, uomini e bambini verso l’Italia, anche se il mare si rivela spesso un nemico implacabile. "Per molti di loro, purtroppo, il mare si rivela non un sereno compagno di viaggio ma un avversario severo: troppe le vite spezzate tra le acque, troppi gli addii consumati tra onde capaci di dividere madri, padri, figli, amici", ha aggiunto Valatro. "Occhi pieni di gioia si alternano a sguardi impauriti, mani tremolanti e corpi indifesi che vengono stretti dall’abbraccio del nostro Volontariato, che mette al centro di ogni azione la dignità umana, quella che ciascuna persona merita di vedere rispettata, sempre e ovunque. Nonostante tutto, i volontari della Croce Rossa abbracciano con dignità umana ogni persona che raggiunge le nostre coste".

Il Mediterraneo continua a essere scenario di tragedie: solo nel mese di dicembre, almeno 70 persone sono risultate disperse in due naufragi che hanno spezzato altre vite in un disperato tentativo di attraversare il mare. Il primo, verificatosi tra l’8 e il 9 dicembre, ha visto la morte di circa 45 persone, tra cui uomini, donne e bambini, quando una barca di ferro, partita da Sfax, in Tunisia, si è capovolta a causa delle alte onde. L’unica sopravvissuta è stata una bambina ivoriana, lasciata da sola e in balia delle acque, mentre il mare inghiottiva tutto intorno a lei.

Anche l’ultimo giorno dell’anno ha visto consumarsi un’altra tragedia: una barca, salpata da Zuwara, in Libia, con a bordo circa 30 persone, ha incontrato difficoltà poco dopo la partenza. Solo sette sopravvissuti sono stati tratti in salvo, tra cui un bambino di otto anni che ha perso la madre durante il naufragio. I pochi sopravvissuti sono stati portati a Lampedusa, ma il mare, ancora una volta, ha aggiunto altre vite alle sue profondità.

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