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Quante persone hanno aderito allo sciopero generale e chi ha ragione tra governo Meloni e sindacati

Secondo Cgil e Uil, lo sciopero generale di ieri ha avuto un’adesione di “oltre il 70%”. Il governo Meloni ha replicato con i numeri del pubblico impiego, appena il 6%. Non ci sono dati per dare definitivamente ragione o torto ai sindacati, ma bisogna ricordare che i dati del governo sono provvisori e riguardano una minoranza dei dipendenti in Italia.
A cura di Luca Pons
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Come spesso accade, il giorno dopo lo sciopero è passata in gran parte la polemica sugli scontri di piazza (in questo caso soprattutto quelli di Torino) ed è arrivata quella sulla conta dei presenti. Ieri, Cgil e Uil avevano rivendicato un tasso di adesione di "oltre il 70%", con "mezzo milione di persone" scese in piazza nelle "oltre 43 manifestazioni" sparse per la penisola. Il governo Meloni, però, non ha mancato di attaccare questa stima: il ministero dell'Istruzione e quello della Pubblica amministrazione hanno diffuso dati che parlano invece di un'adesione attorno al 5% per i dipendenti pubblici.

"Questo risultato certifica il fallimento di uno sciopero meramente politico che le nostre persone del servizio pubblico evidentemente non hanno condiviso", ha commentato il ministro della Pa Zangrillo. Numeri alla mano, è difficile arrivare a confermare il 70% dei sindacati, ma va tenuto a mente che i dati sulla Pubblica amministrazione sono provvisori e in ogni caso riguardano poco più di un quinto di tutti i dipendenti nel Paese.

Cosa dicono i numeri del governo Meloni sullo sciopero generale

Per quanto riguarda la scuola, in una nota il ministero dell'Istruzione ha fatto sapere che alle 17 di ieri, quando avevano trasmesso i dati "il 57% delle scuole", l'adesione era del 5,65%. In particolare, sarebbe stata dell'1,5% per i dirigenti scolastici, del 5,54% per i docenti e del 6,35% per il personale Ata. Non è mancato il commento del ministro Valditara: "Si profila un'adesione molto bassa".

Per quanto riguarda i dipendenti pubblici in generale, categoria che naturalmente comprende anche gli insegnanti, il dato è pubblico e viene comunicato dal ministero della Pubblica amministrazione. Consultando la tabella disponibile online emerge che su 1,25 milioni di dipendenti al lavoro ieri, sarebbero stati circa 70mila a scioperare. Per una percentuale complessiva del 5,57%. Con un picco del 13,19% tra i dipendenti delle Funzioni centrali (ministeri, Inps, Agenzia delle Entrate e altri) e un dato particolarmente basso per la sanità, al 2,31%.

Bisogna tenere a mente alcuni aspetti per avere chiaro cosa significano questi dati. Innanzitutto, il rapporto ministeriale distingue il personale aderente allo sciopero da quello "assente per altri motivi", perché chi è malato, o in ferie, o in permesso naturalmente non può essere considerato scioperante. Ieri risulta che quasi il 14% del personale fosse assente per altri motivi, circa 200mila persone. La percentuale di quanti hanno aderito allo sciopero viene calcolata senza tenere conto di loro, comunque, ma solo sul totale delle persone effettivamente al lavoro.

In più, i dati del ministero sono "provvisori" e sono basati su "una percentuale del 18,61% di amministrazioni che hanno inserito i dati", come indica la stessa tabella. Insomma, meno di un ente su cinque ha effettivamente comunicato quanti dipendenti abbiano scioperato. Questo non significa che la percentuale del 5,57% sia da ignorare del tutto, anzi, è un'indicazione importante, ma non è definitiva.

In ultimo, in Italia i dipendenti pubblici sono decisamente la minoranza. Lo sciopero generale coinvolgeva sia i settori publici che privati, e in Italia (stando ai dati Istat aggiornati al 2023) ci sono circa 3,3 milioni di dipendenti pubblici, mentre i privati sono tra i 14,5 e i 15 milioni in tutto.

Cosa dichiarano i sindacati Cgil e Uil sull'adesione

Come si arriva al 70% di adesione proclamato dai sindacati? Uil e Cgil non hanno diffuso tabelle, ma nel loro comunicato congiunto hanno parlato di "risultati positivi in tutti i comparti" e hanno fatto alcuni esempi specifici. Nel metalmeccanico l'adesione sarebbe stata dell'85% alla Ducati di Bologna, 75% alla Brembo di Bergamo e Acciaierie Italia di Genova, 79% all'Ariston di Ancona, 85% alla Marcegaglia di Mantova e così via. Nell'agroindustria sarebbe arrivato al 100% alla Heineken di Taranto, alla Sammontana di Firenze e alla Citterio di Parma.

Anche in altri settori – chimico, tessile, edile, commercio – ci sarebbero state singole aziende con adesioni molto alte, tra l'80 e il 100%. Per quanto riguarda i trasporti, a Torino e Cagliari la media sarebbe stata del 70%, a Napoli è arrivata la chiusura della funicolare e a Milano quella della linea M3, tra le altre. A Roma, invece, risulta che l'adesione del personale Atac sia stata del 18,2%. Nella scuola, alcuni istituti sono rimasti chiusi a Roma, Milano, ma anche in provincia di Firenze, Livorno, Genova, Bologna – zone in cui storicamente la partecipazione agli scioperi è più alta della media.

A meno che i sindacati non pubblichino un elenco dettagliato, resta difficile dimostrare o smentire che l'affluenza generale a livello nazionale sia stata effettivamente "oltre il 70%". Ciò che è certo è che il 5% ‘rivendicato' dal governo Meloni è solo una parte della verità, non solo perché è un dato provvisorio ma anche perché riguarda solamente i dipendenti pubblici.

Salvini dice che è pronto a precettare altri scioperi a dicembre

"Sono soddisfatto di aver garantito, ieri, il diritto a viaggiare con i mezzi pubblici a milioni di italiani". Lo ha detto il ministro dei Trasporti Matteo Salvini, che ha deciso di precettare lo sciopero dei trasporti facendolo durare solamente quattro ore. "Il mio impegno non cambia in vista di dicembre, quando si contano già 15 scioperi proclamati, tra cui uno generale fissato il 13, guarda caso, un altro venerdì, a pochi giorni dal Natale", ha continuato Salvini. "Sono pronto a intervenire ancora, per aiutare i cittadini", ha concluso, facendo capire che con tutta probabilità arriveranno altre precettazioni.

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