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Assegno di Inclusione, le ultime notizie

Quante famiglie sono rimaste senza aiuti dopo lo stop di Meloni al Reddito di cittadinanza

Nei primi sei mesi dell’anno, 697mila persone hanno ricevuto il nuovo Assegno di inclusione varato dal governo Meloni. Nello stesso periodo del 2023, a prendere il Reddito di cittadinanza erano 1,3 milioni di famiglie. Il governo ha speso un miliardo e mezzo di euro in meno per sostenere le famiglie in povertà.
A cura di Luca Pons
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Era chiaro fin dall'inizio che l'Assegno di inclusione, la misura lanciata dal governo Meloni per compensare in parte il Reddito di cittadinanza dopo la sua abolizione, avrebbe aiutato molte meno persone. A dimostrarlo ci sono anche i dati dell'Inps. E il Supporto formazione e lavoro, l'altro sostegno varato dall'esecutivo, non ha aiutato a compensare la mancanza di un aiuto universale.

Secondo i numeri più aggiornati dell'Inps – che sono pochi, e forniscono indicazioni solo per i primi sei mesi del 2024 – a beneficiare dell'Assegno di inclusione sarebbero 698mila famiglie. Si parla, in totale, di circa 1,7 milioni di persone. Per fare un paragone, nei primi sei mesi di esistenza del Reddito di cittadinanza le domande accolte erano state 982mila. Ma soprattutto un anno fa, da gennaio a giugno dello 2023, il sostegno del Rdc arrivava a 1,3 milioni di famiglie, circa 2,8 milioni di persone.

Insomma, il numero di famiglie beneficiarie di un sostegno è sceso di quasi la metà. E a colmare la differenza non bastano le 96mila persone che da settembre 2023 a giugno 2024 hanno visto la loro domanda di Supporto formazione lavoro accolta.

L'Assegno di inclusione è decisamente più restrittivo del Rdc. Oltre a essere in difficoltà economica, per ottenerlo una famiglia deve avere almeno una persona considerata ‘non occupabile'. Si tratta di persone con disabilità, oppure minorenni o over 60, o ancora persone in "condizione di svantaggio" (una condizione che il ministero del Lavoro ha spiegato sul proprio sito). Se nessuno dei componenti è ‘non occupabile', si può fare solo una richiesta individuale per il Supporto formazione e lavoro, che però ha un importo ridotto (350 euro), viene erogato per massimo dodici mesi e solo se si frequentano appositi corsi di formazione.

Numeri alla mano, la Cgil ha duramente contestato la situazione: "Nonostante nel nostro Paese una persona su dieci viva in condizioni di povertà assoluta, con un record totale e in continua crescita di 5,7 milioni di poveri, il governo non solo finge di non vedere, ma su di loro fa cassa", ha affermato la segretaria confederale Daniela Barbaresi. Il dato sulla povertà è riferito al 2023, e non è l'unico dato preoccupante sul tema. In attesa dei numeri più aggiornati, è facile immaginare che tagliare il Rdc non abbia aiutato a diminuire la popolazione più povera.

"È stata praticamente dimezzata la platea di coloro che un anno fa potevano contare su una misura di contrasto della povertà, oggi lasciati soli e privi di sostegni", ha continuato Barbaresi. "Si tratta di 629 mila nuclei famigliari in meno (pari a – 48%) e 1,1 milioni di persone in meno (- 40%) rispetto a quelli che nello stesso periodo del 2023 beneficiavano di Reddito e pensione di cittadinanza". Parlando di soldi spesi, sono stati 1,7 miliardi di euro per l'Adi contro gli oltre tre miliardi per il Reddito di cittadinanza. Quasi un miliardo e mezzo di euro in meno.

Eppure, ha insistito la sindacalista, "nel disegno di legge di bilancio 2025 il tema risulta non pervenuto".Si confermerebbe così "tutta la drammaticità della situazione e il cinismo del governo. Se l’obiettivo era quello di risparmiare sui poveri e sulle persone in difficoltà allora si può affermare che l'esecutivo abbia incassato un successo pieno".

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