Quando verrà abolito il green pass e cosa cambierà dopo il 31 marzo
Quando potremo dire addio al green pass? A questa domanda, al momento, non c'è ancora risposta. Con la guerra in Ucraina che sta facendo – giustamente – da catalizzatrice di attenzione, il governo ha annunciato la fine dello stato di emergenza il 31 marzo, con qualche novità su scuola e l'addio ai colori delle Regioni, e poi niente più. Il famoso calendario della fine delle restrizioni non è mai arrivato, ma si continua a rimandare la decisione che – però – prima o poi andrà presa. Intanto i leader politici portano avanti linee e richieste, mentre i rappresentanti del governo continuano con l'attendismo e la prudenza: valuteremo in base al quadro epidemiologico, insomma.
I casi Covid sono in calo, ma si riducono sempre più lentamente. Siamo intorno ai 35mila nuovi contagi al giorno, che resta un numero importante, ma con un impatto sugli ospedali molto ridotto. Tanto che – al di là del fatto che ormai non ci sono restrizioni differenti a seconda dei colori – l'Italia sta gradualmente tornando tutta in zona bianca. Il nodo maggiore da sciogliere resta quello del green pass: si continua a parlare di un allentamento graduale che cominci proprio il 31 marzo, alla fine dello stato di emergenza. Prima dovrebbe essere abolito nei luoghi all'aperto, poi – poco alla volta – in quelli al chiuso e solo alla fine sul lavoro.
Con questo piano – ribadiamo, sulla carta – non è affatto d'accordo Giuseppe Conte, che la scorsa settimana durante la diretta Instagram di Fanpage.it ha invitato il presidente Draghi a ripensare al super green pass sul lavoro a partire dal 31 marzo. Dichiarazione accolta con soddisfazione da Matteo Salvini: "La Lega non è più sola", ha subito twittato. Il governo, però, prende tempo: "C'è una discussione in atto tra tutte le forze politiche che sostengono il governo sulla gradualità e sui tempi di allentamento delle misure, visto che la situazione epidemiologica continua a migliorare – ha detto oggi il sottosegretario alla Salute Sileri al Tempo – Come sempre, si deciderà ascoltando la scienza, valutando i dati epidemiologici e i suggerimenti del Comitato tecnico scientifico. È un metodo di lavoro che sinora ha funzionato, e non vedo la necessità di modificarlo".
Stesso discorso fatto dal ministro Speranza pochi giorni fa: "Dobbiamo valutare passo dopo passo – ha confermato – L'impegno del governo è quello di superare lo stato d'emergenza, superare lo stato d'emergenza non significa d'un tratto magicamente essere fuori da ogni vincolo, perché il Covid continua ad essere una sfida con cui fare i conti. Serve gradualità, perché questo è il metodo che ci siamo dati e finora ha portato a risultati che sono sotto gli occhi di tutti". Intanto il suo consulente, Walter Ricciardi, ha rilasciato un'intervista al Messaggero: "Non bisogna abbassare la guardia – ha detto – la curva dei contagi cala un po' meno velocemente di quanto ci aspettavamo, sono ancora moltissimi e abbiamo 200 morti al giorno". Poi ha portato l'esempio del Regno Unito: "Hanno eliminato ogni restrizione e adesso i contagi stanno risalendo. I governi europei, dunque, sono avvisati".