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Elezioni politiche 2022

Quando si vota per le elezioni politiche: le possibili date se cade il governo

Il governo Draghi rischia di cadere a nove mesi dalla fine della legislatura, nel marzo 2023. Le elezioni si avvicinano, ma a seconda di quello che succederà mercoledì prossimo in Parlamento potrebbero tenersi prima del previsto.
A cura di Tommaso Coluzzi
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La legislatura è quasi finita e, tra poco, si tornerà a votare per rinnovare il Parlamento, ovvero la Camera dei Deputati e il Senato della Repubblica. La scadenza naturale della legislatura è fissata a marzo 2023, a cinque anni dal voto del 2018. Le cose, però, potrebbero andare diversamente, come dimostra l'ennesima crisi di governo degli ultimi anni. La caduta dell'esecutivo guidato da Mario Draghi, infatti, potrebbe modificare e non di poco la data del voto. Tutto dipenderà da ciò che succederà mercoledì prossimo, quando il presidente del Consiglio dimissionario si presenterà alle Camere. Poi si potrà capire verso quale scenario ci stiamo dirigendo. Le ipotesi sono diverse.

Elezioni tra settembre e ottobre 2022 se si va al voto subito

L'ipotesi più semplice, ma per certi versi la più complicata viste le posizioni dei vari partiti, è la caduta di Draghi e il voto anticipato. Se il presidente del Consiglio non ottiene la maggioranza mercoledì prossimo, o magari decide di dimettersi in ogni caso, la crisi sarà ufficialmente aperta. Tra le opzioni che ha il Presidente Mattarella sul tavolo c'è sempre quella di sciogliere in anticipo le Camere e indire anticipatamente le elezioni. Realisticamente si potrebbero tenere tra settembre e l'inizio di ottobre, in modo di avere un governo nel pieno delle sue funzioni per chiudere la legge di Bilancio entro la fine dell'anno.

Voto nel 2023 in caso di nuovo governo tecnico

Se il governo Draghi cade mercoledì prossimo, però, e lo stesso presidente del Consiglio conferma di non voler guidare un nuovo esecutivo con una maggioranza diversa, il capo dello Stato può anche dare l'incarico a un nuovo tecnico. Si è fatto il nome – tanto per cambiare – di Giuliano Amato nelle scorse ore, che nel frattempo è diventato presidente della Corte Costituzionale. Al di là di Amato, è possibile che Mattarella scelga un traghettatore per finire la legislatura e arrivare a marzo 2023 con un governo che faccia le riforme necessarie per continuare a ricevere i fondi del Pnrr. Certo bisognerebbe capire con che maggioranza.

Quando si vota se il governo Draghi non cade

In campo c'è anche l'ipotesi che il governo Draghi sopravviva mercoledì prossimo, o che al massimo si trasformi in un Draghi bis – difficilissimo da far digerire agli altri partiti in maggioranza – senza Movimento 5 Stelle. Il che però prevedrebbe un nuovo giuramento per la formazione di un nuovo esecutivo. La maggioranza, però, si potrebbe ricompattare per andare avanti fino alla fine della legislatura, anche se i rapporti in questo momento sono più tesi che mai. E bisognerebbe capire se Draghi accetterebbe e a che condizioni. Insomma, è difficile, ma in quel caso si potrebbe votare sempre nella primavera del 2023, tra marzo e maggio. A meno che il governo non cada prima.

Elezioni politiche nel 2023 con una crisi in autunno

Veniamo infatti all'ultima ipotesi: Draghi ottiene la fiducia e il governo va avanti nonostante tutto quello che è successo negli ultimi giorni. Non è detto che si arrivi comunque alla fine della legislatura. A settembre si aprirà in ogni caso la partita della legge di Bilancio – che già lo scorso anno è stato un momento di alta tensione nel governo – in cui tutti i partiti cercheranno di piantare le loro bandierine. Perciò se è vero che l'esecutivo Draghi ora potrebbe anche sopravvivere, è altrettanto vero che una crisi di governo potrebbe ripresentarsi in autunno. A quel punto sarebbe a rischio anche la legge di Bilancio con lo spettro dell'esercizio provvisorio. In quel caso la situazione sarebbe la stessa: elezioni anticipate, nuovo governo o avanti con Draghi. Ma difficilmente il voto arriverebbe prima di marzo 2023.

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