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Quando scatterà la zona gialla in alcune Regioni: governo vuole modificare i criteri per i colori

In alcune Regioni l’incidenza è in crescita da alcune settimane: si tratta di Sardegna, Sicilia, Veneto e Lazio. Per questi territori, con le regole attuali, potrebbe scattare presto la zona gialla. Ma il governo intende intervenire con un decreto, come chiedono i governatori, per modificare i criteri e dare più peso alle ospedalizzazioni, invece di considerare in modo prioritario Rt e incidenza.
A cura di Annalisa Cangemi
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I parametri utilizzati per il cambio colore delle Regioni andrebbero rivisti, secondo molti governatori ed esperti. L'aumento dei contagi legati alla variante Delta non giustificherebbe un passaggio da bianco a giallo, o addirittura arancione, visto che le ospedalizzazioni per il momento non hanno numeri allarmanti. E invece secondo le regole attuali, che danno maggior valore a valori come l'incidenza o l'Rt, determinerebbero una stretta nelle prossime settimane in alcuni territori, come Sicilia (31,8 casi ogni 100mila abitanti questa settimana), Sardegna (33,2 casi ogni 100mila abitanti), ma anche Veneto (26,7 casi ogni 100mila abitanti) e Lazio (24 casi ogni 100mila abitanti). In queste quattro Regioni in particolare si è registrato un incremento sostanziale dell'incidenza: con 50 casi ogni 100mila abitanti passerebbero dalla fascia bianca alla fascia gialla.

Per ora tutta Italia è ancora zona bianca, ma se il governo non dovesse intervenire con un decreto che ritocca i parametri, oltre a definire nuove regole per l'uso del green pass, è quasi scontato che per questi territori scatterà tra due o tre settimane il giallo. Ma se, come ha lasciato intendere anche il ministro della Salute Speranza, ci sarà un nuovo provvedimento con degli aggiustamenti, è probabile che le ospedalizzazioni cresceranno, ma non tanto da implicare nuove chiusure.

Ieri il presidente dell'Istituto superiore di sanità Brusaferro ha spiegato che siamo sicuramente lontani dalla soglia del 30% per le terapie intensive e del 40% per le aree non critiche. Ad agosto si potrebbe arrivate a superare la soglia del 10% delle terapie intensive piene, il che significa 800 ricoverati. Ma oggi, secondo l'ultimo bollettino, sono 162 i pazienti in terapia intensiva per il Covid in Italia, in aumento di uno nel saldo tra entrate e uscite, terzo giorno di fila di risalita del dato. Gli ingressi giornalieri, secondo i dati del ministero della Salute, sono 9 (ieri 13). I ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono 1.111, quindi 23 in più rispetto a ieri.

Governatori chiedono aggiornamento dei parametri

Un cambio di passo lo chiede esplicitamente Christian Solinas, il presidente della Regione Sardegna, una delle Regioni che ha visto aumentare sensibilmente la sua incidenza con l'ultimo monitoraggio Iss-ministero della Salute diffuso ieri. La situazione, nonostante l'aumento dei contagi nelle ultime settimane, secondo il governatore sardo è comunque diversa rispetto a qualche mese fa: "È fortunatamente sotto controllo", assicura, e i ricoveri sono bassi. Per questo chiede una correzione dei parametri "in quanto le positività non sono assolutamente proporzionali alle ospedalizzazioni".

Dello stesso avviso anche il presidente del Veneto Luca Zaia: "Lo sostengo da mesi . Ne ho parlato due volte con il professor Brusaferro. Si cambino i parametri e lo si faccia in fretta", dice oggi al Corriere della Sera, sottolineando che "se scattano i provvedimenti basati sui vecchi parametri qui si blocca tutto un’altra volta. Non possiamo correre un rischio del genere. La velocità è determinante. Dieci giorni fa avevamo 45-50 contagiati al giorno, ieri erano 425. Questo dato si presta ad una doppia lettura. Da un lato, dimostra che stiamo facendo una campagna aggressiva, quasi una pesca a strascico, a colpi di tampone, 30 mila solo ieri. Dall’altro, se non cambiano i parametri, rischiamo di subire il passaggio da zona bianca a gialla. Da virtuosi diventiamo la pecora nera. Per me in zona bianca deve valere un solo parametro: il tasso di occupazione dei posti letto per Covid negli ospedali. Nulla di più. E quindi va eliminato anche il calcolo dell’RT".

Anche secondo l'assessore alla Sanità della Puglia, il professor Luigi Lopalco, il sistema a colori delle Regioni andrebbe modificato, "perché è stato pensato in un momento diverso della pandemia, quando all'aumento dei positivi inevitabilmente dopo poche settimane corrispondeva un aumento dei ricoveri e, ancora peggio, dei decessi", dice in un'intervista a Il Messaggero. "Non possiamo applicare i parametri mentali che abbiamo imparato da questa pandemia in autunno e in primavera alla situazione attuale", spiega.

Nonostante i contagi di questi giorni siano attesi, a causa appunto della variante Delta, "siamo ancora in una situazione da circolazione endemica, senza un impatto evidente sul sistema sanitario", anche perché i vaccini dimostrano "di arginare l'ondata pandemica".

Quello "che dobbiamo fare oggi è insistere nel recuperare quanto più possibile le persone adulte e anziane che non si sono ancora vaccinate. È una nostra priorità". Già da ora "possiamo decidere tutti insieme quali siano i parametri di allerta. Significa, per esempio, passare da incidenza di tamponi positivi al numero dei ricoveri. Se c'è un aumento significativo di ospedalizzazioni, allora si passa alla colorazione gialla, poi all'arancione, e infine alla rossa". Bisogna ragionare "in termini di efficacia delle misure. Se faccio un'ordinanza per vietare le feste sulle spiagge, poi aumenteranno quelle private a casa. Ma il risultato non cambierà".

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