video suggerito
video suggerito

Quando scade la seconda rata Imu 2023 e come si calcola l’importo da pagare

La seconda rata dell’Imu va versata entro il 18 dicembre 2023. Il calcolo dipende soprattutto da due elementi: la rendita catastale dell’immobile e il coefficiente catastale, deciso dal Comune. L’Imu non si paga sulla prima casa, a meno che non sia un immobile di lusso.
A cura di Luca Pons
41 CONDIVISIONI
Immagine

Si avvicina la scadenza per il pagamento della seconda rata dell'Imu 2023: il versamento andrà effettuato entro il 18 dicembre 2023. L'Imposta municipale unica, o Imu appunto, è un tributo che si paga sugli immobili di proprietà (con l'esclusione della prima casa) e che finanzia i servizi comunali. Quest'anno è già stato versato il primo saldo, pagato entro il 16 giugno. Nelle prossime due settimane bisognerà effettuare il secondo e ultimo pagamento. L'entità del pagamento dovrebbe essere uguale al primo, dato che si tratta di due rate uguali, a meno che il proprio Comune non abbia cambiato le aliquote di riferimento.

L'Imu  2023, come tutti gli anni, si versa con il modello F24 in base agli immobili che si possiedono. Per conoscere il suo importo bisogna conoscere due elementi: il valore della rendita catastale dell'immobile e il coefficiente catastale. Il primo è un valore che è fissato dall'Agenzia delle Entrate per ciascun immobile, si può trovare sulla visura catastale (o può essere richiesto alle Entrate). Il secondo, invece, è stabilito dai Comuni, che riportano il dato sul proprio sito. Il coefficiente può variare a seconda della categoria catastale dell'immobile.

In linea di massima, l'Imu che va versata è pari alla rendita catastale aumentata del 5%, il tutto moltiplicato per il coefficiente catastale. Per esempio, se la rendita è pari a 1000 euro, bisogna aumentarla del 5% (quindi 1.050 euro) e poi moltiplicarla per il coefficiente catastale del proprio Comune, ad esempio 0,6: si ottengono così 630 euro di Imu da pagare in tutto il 2023, in due rate uguali.

Va ricordato poi che ciascun Comune può applicare aliquote specifiche. Queste possono cambiare a seconda della categoria catastale in cui rientra la casa in questione. Anche questa informazione si può trovare nella visura catastale. In generale, l'Imu non va pagata per tutti gli immobili adibiti ad abitazione principale, cioè la prima casa. L'unica eccezione sono gli edifici di lusso, che fanno parte delle categorie catastali A1, A8 e A9. In questo caso l'imposta si paga, ma con uno sconto fisso di 200 euro.

Per le seconde case, c'è un'aliquota Imu stabilita per legge al 7,6 per mille. Tuttavia, ogni amministrazione comunale può abbassarla (fino al massimo a dimezzarla) o anche decidere di aumentarla. Se un immobile è di proprietà condivisa tra più persone, si calcola l'Imu nel modo tradizionale e poi la cifra da pagare viene divisa tra tutti i proprietari, a seconda delle quote di proprietà.

41 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views