Quando sarà approvata la Manovra 2025, il calendario delle prossime tappe alla Camera e al Senato
La manovra 2025 del governo Meloni arriva all'esame del Parlamento. Il Consiglio dei ministri in programma questa sera dovrebbe definire il testo di partenza della legge di bilancio – che, come spesso accade, è stata annunciata senza che tutte le norme fossero state scritte nel dettaglio. Dopodiché, stando a quanto annunciato nei giorni scorsi dal ministro dell'Economia Giorgetti, già in serata il ddl dovrebbe essere depositato alla Camera.
Che si tratti di oggi o domani, quindi nelle prossime ore inizierà l'iter parlamentare della legge di bilancio. Come sempre questo permetterà a deputati e senatori di apportare eventuali cambiamenti alle norme – sempre nei ristretti vincoli di bilancio che la manovra deve rispettare. La scadenza ultima da rispettare è quella del 31 dicembre: prima dell'inizio dell'anno nuovo, la manovra dovrà essere approvata.
L'esame della Manovra in commissione e le possibili modifiche
L'iter della legge di bilancio inizierà dalla commissione Bilancio della Camera. Questa è la sede in cui, probabilmente, avverranno la gran parte delle trattative sulle modifiche. L'opposizione presenterà i suoi emendamenti, cercando dei compromessi sulle tante novità introdotte dalla manovra.
Ma soprattutto, la maggioranza dovrà regolare gli equilibri al suo interno e tenere ‘a bada' i parlamentari che proporranno dei cambiamenti. Anche sui temi più sentiti: dalla modifica dell'Irpef alle pensioni. In tema previdenziale, ad esempio, Forza Italia spingerà per un aumento degli assegni minimi.
Come hanno ricordato la premier Meloni e il ministro Giorgetti l'indicazione di massima è che gli emendamenti non dovranno aggiungere nuove spese. Il budget della legge di bilancio, di circa 30 miliardi di euro, non si può allargare oltre. Ogni proposta di modifica dovrà quindi essere a costo zero, oppure indicare un taglio da effettuare per essere finanziata.
I numeri del concordato preventivo
Una delle poche entrate che sono ancora da definire è quella del concordato preventivo biennale per le partite Iva e le piccole aziende. Il governo Meloni ha puntato molto su questa misura, sperando di incamerare alcuni miliardi di euro. La scadenza ultima per l'adesione è fissata al 31 ottobre, quindi nei giorni successivi si saprà se il tentativo ha avuto successo o meno. I fondi in più potrebbero essere usati, ad esempio, per la richiesta della Lega di estendere la flat tax per le partite Iva oltre la soglia attuale degli 85mila euro.
Il parere della Commissione europea
Come detto, la manovra partirà dalla commissione Bilancio della Camera e qui è attesa la gran parte delle modifiche. I lavori potrebbero durare anche diverse settimane. E in quel periodo potrebbe arrivare anche il primo parere della Commissione europea sulla legge di bilancio: è atteso entro il 30 novembre, si baserà sulle previsioni economiche diffuse all'inizio del mese prossimo sempre dalla Commissione, e potrebbe influenzare i lavori del Parlamento
Qual è la scadenza per approvare la legge di bilancio e cosa succede se non la si rispetta
Dalla commissione Bilancio, dopo una prima votazione, la legge di bilancio andrà all'Aula per la discussione di altri eventuali emendamenti dell'ultimo minuto e per il voto finale. Superato questo passaggio, si ripartirà dal Senato, di nuovo in commissione.
È probabile che a questo punto i lavori saranno decisamente più rapidi. Infatti, se le cose andranno come con altre importanti norme varate dal governo, la quasi totalità delle modifiche saranno apportate da Montecitorio. A palazzo Madama i senatori esamineranno comunque il testo e discuteranno gli emendamenti, ma la maggioranza potrebbe concordare di non fare ulteriori cambiamenti.
Il voto finale dell'Aula del Senato dovrà arrivare entro il 31 dicembre 2024. Poco più di due mesi da oggi, quindi. Può sembrare un tempo lungo, ma in passato spesso i lavori sono andati vicini a superare la scadenza: spesso l'approvazione è arrivata dopo Natale, in alcuni casi a ridosso di capodanno. Se il voto non avvenisse entro la fine del 2024, ci sarebbero conseguenze importanti per l'Italia: l'esercizio provvisorio, che non si verifica dal 1988.