Quando Napolitano “scippò” a Rodotà la Presidenza della Camera
Il ritaglio di giornale che vi mostriamo in basso risulta particolarmente significativo alla luce delle vicende che hanno portato alla rielezione al Quirinale di Giorgio Napolitano. Si tratta di una pagina del quotidiano La Stampa, che descrive i retroscena delle concitate vicende del 2 giugno 1992, nel pieno dell'elezione del nuovo Presidente della Camera dei deputati. Ad essere stato indicato a tale carica, che come da prassi (poi interrotta dal governo Berlusconi nel 1994) spettava all'opposizione, era inizialmente Stefano Rodotà, in questi giorni candidato dal Movimento 5 Stelle alla Presidenza della Repubblica. Tuttavia, il professore non ottenne mai i voti sufficienti ad essere eletto, malgrado l'appoggio ufficiale del partito (di cui era Presidente). Per rompere lo stallo, dopo la quarta votazione, il PDS decise poi di appoggiare proprio Giorgio Napolitano, che ottenne i voti necessari dalla Democrazia Cristiana e dal Partito Socialista, che inizialmente avevano "boicottato" la candidatura di Rodotà, probabilmente poiché sgradito alle gerarchie ecclesiastiche.
