Quando e perché il governo Draghi può cadere e quali sono le date da tenere d’occhio
Il governo Draghi viaggia su un binario morto. In equilibrio instabile. Sospeso con il vuoto intorno, a destra e sinistra. Potrebbe cadere da un momento all'altro, schiantarsi o sopravvivere e continuare la sua corsa fino alla fine. Le variabili sono molte, forse troppe per fare una previsione che sia un minimo affidabile su ciò che succederà. Quello che è certo è che ci sono una serie di date spartiacque, delle svolte obbligate nel percorso del governo che – con il passare delle settimane – vedrà la tensione interna ed esterna aumentare esponenzialmente. Ma d'altronde questo si sapeva: una maggioranza che comprende quasi tutto l'arco parlamentare, a meno di un anno dalle elezioni politiche che – senza colpi di scena – si dovrebbero tenere tra marzo e maggio del 2023, alla scadenza naturale della legislatura.
La prima data a cui prestare massima attenzione è il 14 luglio, giovedì. Il decreto Aiuti arriverà alla votazione finale in Senato e – per il Movimento 5 Stelle e non solo – sarà impossibile votare la fiducia separata rispetto al provvedimento, come successo alla Camera. A Palazzo Madama il voto è unico. Al momento tra i pentastellati l'idea è quella di non partecipare, ma Draghi vorrebbe provare a recuperare – dopo essere salito al Colle da Mattarella ieri – per ottenere la fiducia compatta della sua maggioranza. In ogni caso i grillini non si presenteranno in Aula per votare no alla fiducia, ma quanto accadrà in Senato nei prossimi giorni influenzerà le prossime settimane e i prossimi mesi.
Ammesso che il governo sopravviva all'estate, i nodi irrisolti si ripresenteranno tali e quali a settembre. Il 17 e 18 settembre la Lega torna a Pontida e se il Movimento continuerà a far ballare il governo Salvini dovrà rispondere a tono. Il leader del Carroccio non può permettersi che i 5 Stelle passino all'opposizione. Poi c'è la manovra da scrivere e approvare entro il 31 dicembre, e non sarà affatto semplice. Torneranno i temi divisivi come il Superbonus, il salario minimo, il reddito di cittadinanza. Con le elezioni regionali in Sicilia – per cui non c'è ancora la data, ma saranno intorno al 5 novembre, giorno dell'ultimo voto nel 2017 – che riporteranno in piazza i leader per l'inizio vero e proprio della campagna elettorale per le politiche.
Quando potrebbe arrivare, dunque, la crisi di governo vera e propria? Lo strappo in estate con il voto in autunno resta l'unica ipotesi in piedi in questo momento per arrivare al voto anticipato, mentre un po' tutto il governo alza i toni, da Forza Italia a Italia Viva. Se si dovesse arrivare a settembre/ottobre in questa situazione si finirebbe per rischiare l'esercizio provvisorio – in caso di crisi – per anticipare le elezioni, nella migliore delle ipotesi, di qualche mese. Insomma, attenzione a quello che accadrà in Senato giovedì e poi alle prossime settimane. Ma il periodo più caldo sarà l'autunno, quando – con un colpo di vento – potrebbe venir giù tutto.