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Quando apriranno i centri per migranti in Albania previsti dal protocollo siglato tra Roma e Tirana

Il ministro dell’Interno Piantedosi non dà tempi certi sull’apertura dei centri per migranti in Albania: “L’obiettivo del governo è di aprirli al più presto”.
A cura di Annalisa Cangemi
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"L'obiettivo del governo è di aprirli al più presto". Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, intervistato dal ‘Sole 24 Ore', non si sbilancia sulle tempistiche ai centri in Albania, cioè quelle strutture che, secondo quanto indicato dal protocollo Italia-Albania firmato lo scorso 6 novembre dalla presidente del Consiglio Meloni e dal premier albanese, Edi Rama, dovrebbero accogliere i migranti salvati in mare dalle autorità italiane, in acque internazionali.

Nei giorni scorsi la prefettura di Roma ha aggiudicato l'affidamento alla cooperativa Medihospes, già nota nel settore e finita al centro di alcune inchieste giornalistiche per la gestione di centri in Italia. Sulla carta, stando all'avviso di manifestazione di interesse pubblicato il 21 marzo, "L'avvio dell'operatività" delle tre strutture che sorgeranno sul territorio albanese – cioè il centro di identificazione nel porto di Shëngjin, l'hotspot e il centro di permanenza per il rimpatrio nell’entroterra, nella base militare di Gjadër – è prevista prima delle elezioni europee dell'8 e 9 giugno: entro il 20 maggio.

"Un modello innovativo che potrà giocare un importante ruolo nel contrasto all'immigrazione irregolare e a cui guardano con interesse molti Paesi europei – ha detto Piantedosi – Le procedure avviate dal Viminale per la loro gestione si sono concluse nei tempi previsti, il 6 maggio. Sono stati interessati 30 operatori economici, tra i quali ne sono stati selezionati tre. La società a cui fa riferimento (la cooperativa Medihospes ndr) è l'unica che ha poi presentato un'offerta".

"L'aggiudicazione del bando è ovviamente avvenuta solo all'esito dei controlli sul possesso dei requisiti di legge. Controlli che, come sempre, saranno molto accurati anche nella fase di esecuzione", ha assicurato Piantedosi.

Per affidare la gestione dei centri la prefettura ha avviato infatti una procedura lampo, in deroga alle norme previste per appalti milionari, giustificata da "ragioni di estrema urgenza sussistenti", ragioni che però non sono state mai chiarite dal governo. L'esito della procedura negoziata, senza gara, del valore di 151,5 milioni di euro per quattro anni, non ha riservato sorprese: dopo la presentazione di 30 istanze di enti privati interessati a partecipare, la prefettura ha scelto tre operatori economici a cui è stato chiesto di presentare le offerte, da scegliere poi in base al criterio di quella economicamente più vantaggiosa: ha vinto Medihospes, offrendo un ribasso del 4,94 per cento, mentre le altre due, come confermato dal ministro, si sono ritirate.

I lavori nelle tre strutture però non sono ancora terminati: la fine dei lavori, nella determina del ministero della Difesa, è prevista tra ottobre e novembre 2024. È impossibile quindi che le attività nei centri possano iniziare effettivamente tra poco più di una settimana.

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