L’approvazione della legge di bilancio chiuderà de facto questa legislatura (il via libera definitivo è previsto per il 23 dicembre), considerando che quest’anno il Governo dovrebbe / potrebbe rinunciare al tradizionale decreto legge Milleproroghe. Stando a quanto filtra da più fonti, istituzionali e giornalistiche, il presidente della Repubblica potrebbe dunque sciogliere le Camere già a fine mese, avviando il processo che porterà poi alla definizione della data delle elezioni politiche per il rinnovo del Parlamento. La prassi prevede, infatti, che dopo la decisione del Capo dello Stato di sciogliere le Camere (comunicata con un decreto presidenziale), tocchi al Consiglio dei ministri indicare la data per il voto, oltre che quella della prima convocazione del nuovo Parlamento.
Quale sarà la data delle prossime elezioni, dunque? Come detto, molto dipenderà dalla scelta del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Stando a qualche analista, lo scioglimento delle Camere arriverebbe dopo Natale e potrebbe essere annunciato durante il tradizionale discorso di fine anno. La data che circola è quella del 4 marzo 2018 o, in alternativa, del 18 marzo. Come si è arrivati a determinare queste possibili date?
Come detto, il Cdm deve indicare la data della consultazione elettorale, potendo scegliere nell’intervallo tra il 45esimo e il 70esimo giorno dallo scioglimento delle Camere, in modo da garantire il tempo necessario per la raccolta delle firme per le candidature e per la successiva campagna elettorale. La prima domenica di marzo, dunque, potrebbe essere una soluzione di compromesso, considerando che, come spiega Il Fatto, “l’impedimento della raccolta di firme per depositare simbolo e candidati è già stato spazzato via con un emendamento alla manovra che dimezza ulteriormente il numero di sottoscrizioni da mettere insieme nei collegi”. La domenica successiva, l’11 marzo, sarebbe invece da scartare, poiché, come nota AGI, “altrimenti la prima convocazione delle Camere cadrebbe nella settimana della Pasqua e della Pasqua ebraica (quest'anno coincidenti)”.
L’iter, dunque, potrebbe essere il seguente: Gentiloni annuncia “informalmente” la fine della legislatura nella conferenza stampa di fine anno (28 o 29 dicembre), Mattarella comunica lo scioglimento delle Camere, il primo Cdm di gennaio indica la data delle elezioni e della prima convocazione del Parlamento.
Ci sono altre ipotesi, ovviamente, che vedono lo slittamento della data, fino ad arrivare alla metà di aprile e /o un accorpamento delle politiche con le Regionali. Nel 2018 si voterà infatti in 7 Regioni, tre delle quali (Molise, Lazio e Lombardia) potrebbero essere accorpate alle politiche, come già avvenuto in passato. Per le altre, Friuli Venezia Giulia, Valle D’Aosta, Trentino Alto Adige e Basilicata, invece, le scadenze sono più lontane e dunque la data delle elezioni difficilmente coinciderà con le politiche.