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Riforma fiscale

Quali tagli alle agevolazioni ci saranno nella riforma fiscale del governo Meloni

La riforma fiscale del governo Meloni dovrebbe finanziarsi quasi solo con il taglio delle agevolazioni. Gli interventi saranno decisi nei prossimi mesi, ma c’è un’ipotesi prevalente: il taglio degli oneri detraibili al 19%, come le spese mediche e per la scuola.
A cura di Luca Pons
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Riforma fiscale

Il governo Meloni ha approvato la legge delega per la sua riforma fiscale. Si tratta di un testo che non contiene ancora tutti i dettagli, ma solo le linee generali di intervento. Una volta approvata dal Parlamento, il governo avrà due anni per mettere in pratica la legge con dei decreti specifici. Sono molti gli ambiti in cui la riforma fiscale vuole intervenire, dalla riduzione dell'Irpef a nuove forme di lotta all'evasione. Per pagare questi interventi, il governo ha previsto quasi un unico modo: la revisione delle tax expenditures, cioè il taglio delle agevolazioni.

Secondo le stime del ministero dell'Economia, attualmente ci sono 626 diversi tipi di agevolazione fiscale. Ogni anno, vengono detratti dalle tasse circa 128 miliardi di euro. Secondo il viceministro dell'Economia con delega al Fisco, Maurizio Leo, "se si fa una revisione attenta si possono trovare le risorse" necessarie per la riforma fiscale. Lo stesso Leo ha anche specificato che, nel rivedere le agevolazioni, alcune di queste vanno "salvaguardate", soprattutto per tutelare "le fasce più deboli".

Tagliare le detrazioni per risparmiare 3,6 miliardi di euro

Secondo quanto ricostruito dal Sole 24 Ore, l'ipotesi a cui sta lavorando il governo sarebbe quella di un intervento sugli oneri detraibili al 19%. Lo scorso anno, questi hanno pesato per 27,2 miliardi di euro sulle casse dello Stato. Escludendo le fasce della popolazione che si trovano in condizioni più fragili, come detto da Leo, secondo i calcoli del Sole resterebbe un potenziale risparmio di circa 3,6 miliardi di euro all'anno. La metà di questo verrebbe tagliando agevolazioni per chi ha un reddito al di sotto dei 28mila euro all'anno.

La linea da seguire potrebbe essere doppia: eliminare le deduzioni e detrazioni che riguardano una parte piccolissima della popolazione – ad esempio quella che è riservata ai datori di lavoro nel caso in cui un loro dipendente sia chiamato a fare lo scrutatore nei seggi elettorali – e dall'altra parte ridurre le agevolazioni per i più benestanti. In questo secondo caso, il governo dovrà intervenire su un meccanismo che esiste già.

Come funzionano adesso le agevolazioni Irpef

Attualmente, con la legge di bilancio di dicembre 2019, il meccanismo funziona così: fino a un reddito di 120mila euro l'anno, tutte le detrazioni al 19% si applicano pienamente. Che siano gli interessi passivi di un mutuo per la prima casa, le spese per la sanità o quelle per l'istruzione, chi dichiara dai 120mila euro in giù ogni anno può approfittare del massimo delle detrazioni.

Al di sopra di questa soglia, invece, scattano le riduzioni. Infatti, oltre i 120mila euro annuali si riduce progressivamente l'importo delle agevolazioni man mano che aumentano le entrate. La quota massima è di 240mila euro all'anno: chi la raggiunge o la supera non può applicare nessuna delle detrazioni al 19%.

Come il governo Meloni vuole cambiare le detrazioni

Il governo Meloni, invece, starebbe valutando un meccanismo forfettario, che permetterà a tutti di chiedere le agevolazioni solo entro una certa quota. Chi ha un reddito al di sotto dei 28mila euro, ad esempio, potrebbe applicare le detrazioni solo fino al 4% del proprio reddito, e non oltre. Si tratta di una soglia ipotetica, per il momento.

In ogni caso dovrebbe essere poi ridotta all'aumentare del reddito. Cioè, in questo caso, chi si trovasse nello scaglione Irpef successivo (ad esempio tra i 28mila e i 50mila euro all'anno di reddito) potrebbe detrarre al massimo il 3% delle proprie entrate, e chi supera i 50mila euro di reddito solo il 2% Le detrazioni verrebbero poi azzerate al di sopra dei 100mila euro di reddito.

Per il momento queste sono le cifre allo studio, che nei prossimi mesi potrebbero cambiare. Quando arriveranno indicazioni più precise, sarà possibile anche calcolare chi ci guadagna con il nuovo meccanismo di agevolazioni. In ogni caso, dovrebbe continuare a valere il principio per cui le spese mediche sono escluse da questi calcoli, e si possono sempre detrarre.

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