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Autonomia differenziata delle Regioni

Quali sono le Regioni che vogliono chiedere il referendum contro l’Autonomia differenziata

Mentre prosegue la raccolta firme, alcune Regioni si stanno preparando per avanzare ufficialmente la richiesta di referendum abrogativo contro l’Autonomia differenziata. Hanno fatto sapere di essere al lavoro sul quesito referendario Emilia Romagna, Campania, Toscana e Puglia.
A cura di Annalisa Girardi
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Diverse Regioni – come Emilia Romagna, Campania, Toscana e Puglia – sono pronte a chiedere il referendum contro l'Autonomia differenziata: "Stiamo lavorando con le altre forze politiche e sociali per prepararci a raccogliere le firme per il referendum abrogativo e intanto posso già annunciare che porteremo la richiesta di referendum nei consigli delle Regioni in cui governiamo", ha fatto sapere la segretaria del Partito democratico, Elly Schlein. Già questa settimana ci potrebbe essere una riunione tra le amministrazioni regionali a guida centrosinistra, per lavorare insieme al testo del quesito referendario. Subito la replica dalla maggioranza, in particolare dalla Lega: "Il Pd contro il progresso, l'efficienza, la trasparenza e il taglio degli sprechi che l'autonomia porterà. Non ci stupisce".

Il referendum abrogativo è regolato dall'articolo 75 della Costituzione, che stabilisce che questo possa essere indetto "quando lo richiedono cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali". Finora quattro Consiglio regionali si sono attivati per richiedere il referendum e nel frattempo prosegue anche la raccolta firme.

Le Regioni pronte a chiedere il referendum contro l'Autonomia

Già questa mattina era arrivata la notizia che la Regione Emilia Romagna fosse pronta a chiedere il referendum per l'abrogazione del ddl Calderoli. In una lettera al presidente dell'Assemblea legislativa regionale i capigruppo di maggioranza, del campo progressista, avevano anche chiesto di coinvolgere anche tutti gli altri consiglio regionali "con invito all'adozione di un uguale atto affinché si possa dare seguito all'iniziativa referendaria". Poco dopo, anche la Regione Campania ha fatto sapere che il suo Consiglio regionale si sta preparando a votare la richiesta di indizione del referendum abrogativo: la richiesta è stata presentata dai partiti di centrosinistra, compresi Azione e Italia Viva.

Stesso discorso per la Toscana: "Con le altre Regioni ci siamo riuniti il testo è stato condiviso. A breve dovrei ricevere la proposta di delibera sottoscritta dai capigruppo che vogliono aderire, da lì partirà l'iter. Per i tempi, dipende da quando mi presenteranno la proposta. Il capogruppo Pd mi ha cercato stamani dicendomi che la delibera sarà presentata a strettissimo giro", ha commentato il presidente dell'Assemblea regionale, Antonio Mazzeo. Anche la Puglia è pronta a lavorare insieme alle altre Regioni per chiedere il referendum: "Siamo pronti con la definizione di un quesito condiviso – ha spiegato la presidente del Consiglio regionale, Loredana Capone – sulla base di quello elaborato dall'Emilia Romagna, e nei prossimi giorni lo porteremo in Consiglio. Il quesito non sarà altro che la richiesta di ammissibilità del referendum alla Corte costituzionale. Ovviamente tutto questo richiede un confronto, che ci sarà ampiamente in Consiglio regionale, ma richiede anche che ci sia mobilitazione popolare. Stiamo lavorando anche con la raccolta delle firme, con le quali si chiederà ulteriormente alla Corte costituzionale l'ammissibilità del referendum. Si tratta di una legge che incide in maniera grave sulle Regioni, non solo del Sud ma più gravemente sul Sud. Lede una serie di diritti e prerogative delle Regioni".

Il Veneto ha già richiesto 9 materie al governo centrale

Nel frattempo ieri il Veneto ha inviato una lettera al governo centrale per chiedere di riaprire il tavolo per attribuire subito alla Regione le nove materie non subordinate ai Lep (i Livelli essenziali delle prestazioni, che dovranno essere definiti a Roma nel giro di 24 mesi dall'entrata in vigore del ddl Calderoli). Una richiesta su cui, però, anche l'ex governatore siciliano, Nello Musumeci, oggi ministro per la Protezione civile, ha manifestato delle perplessità: "Io sono per l'Autonomia differenziata, a patto che si mettano le Regioni svantaggiate nelle condizioni di partire tutte dalla stessa linea. La richiesta di Zaia mi sembra assolutamente precoce. C'è un problema di opportunità e la politica deve obbedire a questa regola non scritta. In questo momento permangono delle perplessità anche all'interno della maggioranza di governo che ha votato quella riforma".

Il governatore veneto, Luca Zaia, ha risposto: "Ho chiesto semplicemente l'applicazione della legge. A me sembra che in un Paese democratico, dove le leggi hanno ancora una validità, si possa appellarsi all'applicazione della legge. Lo facciamo con serenità, coscienti del fatto che è un percorso che dobbiamo fare assieme al governo. Non ci vedo alcun ingresso a gamba tesa". Poi ha aggiunto: "Penso che la legge sia stata approvata dalla maggioranza. Una legge che prevede che ogni Regione a statuto ordinario possa chiedere l'apertura di un tavolo di trattative, da subito su 9 materie e poi sulle altre 14 dopo 24 mesi".

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