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Covid 19

Quali sono le Regioni che rischiano di rimanere arancioni e di non riaprire dal 26 aprile

Dal 26 aprile in Italia torneranno le zone gialle, con conseguente riapertura di bar, ristoranti, cinema, teatri e musei. Ma non tutte le Regioni possono sperare di entrare nella fascia con meno restrizioni: vediamo quali sono i territori che rischiano di restare in zona arancione sulla base dei dati epidemiologici e delle vaccinazioni effettuate.
A cura di Stefano Rizzuti
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Dal 26 aprile il governo re-introdurrà la zona gialla, sospesa dal precedente decreto Covid. Molte Regioni sperano di poter entrare nella fascia con meno restrizioni, potendo così riaprire bar, ristoranti, cinema, teatri e musei. Per capire chi finirà in zona gialla e chi no, però, bisognerà prima vedere se cambieranno i parametri per la suddivisione del’Italia in diversi colori, magari introducendo anche il criterio delle vaccinazioni annunciato dal presidente del Consiglio, Mario Draghi: l’ipotesi avanzata al momento è quello di avere una soglia minima di over 80 già vaccinati per entrare in zona gialla e questo limite potrebbe essere del 70% o dell’80%. Nonostante siano molte le Regioni che sperano nel giallo, ce ne sono altre che invece probabilmente resteranno in arancione, se non addirittura in rosso. Ad oggi in zona rossa ci sono solamente Puglia, Sardegna e Valle d’Aosta, mentre la Campania è appena passata in zona arancione. Queste quattro Regioni, quindi, quasi certamente non possono sperare nel passaggio in giallo già dal 26 aprile, considerando che prima di passare in una fascia di minor rischio servono almeno due settimane di permanenza – con dati positivi – nella fascia superiore. Ma il passaggio in giallo è tutt’altro che scontato anche per altre Regioni, a partire da Sicilia e Calabria. A rischio anche Basilicata e Toscana e, nel caso in cui si considerino anche le vaccinazioni, sarebbero anche altre le Regioni che potrebbero restare in arancione.

I dati sui contagi: quali Regioni potrebbero rimanere in zona arancione

Il primo indicatore da considerare è l’indice Rt, che per entrare in zona gialla deve essere inferiore a 1. Valore che dovrebbe essere mantenuto per almeno due settimane. Nell’ultimo report settimanale molte Regioni hanno registrato un Rt vicino al valore di 1, che le fa stare tutt’altro che serene: la Basilicata è a 1,08, la Calabria vicina al limite con 0,9, Campania e Liguria sono a 1, mentre Marche (0,89), Bolzano (0,87) e Puglia (0,89) non si discostano molto dal limite. Ancora, al di sopra di 1 troviamo Sardegna (1,38), Sicilia (1,03), Toscana (1,01) e Valle d’Aosta (1,26).

Dall’ultimo report settimanale si possono estrapolare anche altri dati significativi, come la valutazione d’impatto, che è alta per molte Regioni: Calabria, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Trento, Puglia, Toscana, Valle e d’Aosta. La Calabria ha anche una classificazione complessiva di rischio definita alta, mentre è moderata ma ad altra probabilità di progressione per Molise, Sicilia, Toscana e Valle d’Aosta. Altro valore da tenere d’occhio è quello riguardante l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, al di sopra della soglia d’allerta del 30% ci sono: Emilia-Romagna 44%, Friuli-Venezia Giulia 43%, Lazio 42%, Liguria 38%, Lombardia 56%, Marche 51%, Molise 38%, Piemonte 50%, Trento 41%, Puglia 45%, Toscana 45%, Umbria 31%, Valle d’Aosta 40%.

Per quanto riguarda i posti occupati in area medica, sopra la soglia del 40% troviamo: Calabria 50%, Emilia-Romagna 41%, Lazio 48%, Lombardia 44%, Marche 51%, Piemonte 61%, Puglia 52%. Altro valore è quello dell’incidenza dei casi per 7 giorni, ma non esiste un valore fissato per la zona gialla. Di certo c’è che superando i 250 contagi ogni 100mila abitanti si entra automaticamente in zona rossa. A rischio, sulla base di questa soglia, al momento ci sono: Basilicata 237, Campania 238, Piemonte 205, Puglia 261, Sicilia 192, Toscana 209, Valle d’Aosta 319. Tutte Regioni che, quindi, non sembrano così vicine al ritorno in zona gialla.

Regioni in zona arancione, i dati sulle vaccinazioni

Non c’è ancora, come detto, un criterio per stabilire l’impatto delle vaccinazioni sull’ingresso in zona gialla. Tra le ipotesi c’è quella di considerare soprattutto la quota di over 80 immunizzati. I dati dell’ultimo report pubblicato da Palazzo Chigi mostrano una media del 76,09% di persone con più di 80 anni che hanno ricevuto almeno la prima dose del vaccino anti-Covid. Scendendo al di sotto della media e del valore del 70% – potrebbe essere questa la soglia minima – troviamo alcune Regioni in evidente difficoltà: Abruzzo 65,82%, Calabria 53,70%, Campania 67,61%, Liguria 65,89%, Sardegna 65,44%, Sicilia 50,62%. Andando a vedere anche le somministrazioni della prima dose agli over 70, la media italiana è del 30,14% e ben al di sotto di questa soglia troviamo: Abruzzo 22,57%, Basilicata 7,38%, Calabria 16,51%, Lombardia 15,98%, Puglia 20,45%. Molte di queste Regioni – Basilicata, Calabria, Puglia, Sardegna e Sicilia su tutte – sono anche tra quelle con i dati peggiori dal punto di vista epidemiologico. Motivo per cui il loro ritorno in zona gialla dal 26 aprile sembra difficile.

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