Quali sono le due chiavi per convincere Draghi a restare al governo
A due giorni dalla resa dei conti in Parlamento, Mario Draghi è in Algeria per un vertice fondamentale per il futuro energetico – almeno a breve termine – dell'Italia. Ma i pensieri del presidente del Consiglio, che si presenterà dimissionario mercoledì prima al Senato e poi alla Camera, vanno tutti al discorso che terrà in Aula. In ogni caso Draghi richiamerà l'emergenza del Paese, ma cos'altro dirà? Resterà, alla fine, ascoltando gli appelli che sono arrivati trasversalmente da tutti i livelli delle istituzioni italiane, europee e internazionali? O il suo governo sarà sfiduciato? Non si sa ancora, ma a questo punto non dipende più solo da Draghi.
Nelle ore in cui si parla sempre più insistentemente di elezioni anticipate, ci sono almeno un paio di questioni che devono incastrarsi. E non è semplice. Da un lato il Movimento 5 Stelle sembra aver deciso una linea, o meglio: Conte e i suoi hanno deciso una linea. Se Draghi non dà garanzie sui nove punti presentati dal leader pentastellato si va verso l'appoggio esterno. Il problema, però, è che continuano a uscire ricostruzioni su un partito sempre più diviso e su una nuova fronda di parlamentari pronta a sganciarsi per votare la fiducia a Draghi.
La riunione tra Conte e i gruppi di deputati e senatori è in corso da sabato sera, con qualche stop per mangiare e dormire nel mezzo. A staccarsi – dopo la scissione di Di Maio, che starebbe lavorando sottotraccia all'operazione – potrebbe essere il capogruppo alla Camera Davide Crippa con almeno una trentina di deputati. Draghi lo ha detto più volte: senza Movimento 5 Stelle lui non governa. Ma se il partito grillino fosse schierato per la maggior parte del suo peso parlamentare sulla fiducia, tra dimaiani e la nuova fronda? Potrebbe essere una condizione per il presidente del Consiglio, con Conte e i suoi che andrebbero all'opposizione.
Intanto il centrodestra ha deciso a sua volta la sua linea: con il Movimento 5 Stelle non si può governare. Ammesso che questa formula possa convincere Draghi e il Partito Democratico – che prova a ricucire fuori dai radar – il problema è resistere alla pressione di Giorgia Meloni dall'opposizione. La tentazione di andare al voto e vincere le elezioni – perché il risultato, in questa fase, sembra scontato – c'è ed è molto forte. Perciò affinché Draghi resti serve anche che si verifichi quest'altra condizione: che il centrodestra di governo decida di non strappare. Anche se parla quotidianamente di elezioni.