Quali sono i bonus edilizi attivi nel 2024 e per chi sono più convenienti
Nel 2024 i bonus edilizi sono ridotti, in parte, rispetto alla situazione del 2023. La più grande differenza riguarda il Superbonus 110%, che ormai vale ‘solo' il 70% se non per le famiglie con un reddito al di sotto dei 15mila euro e che chiudono i lavori entro il 31 ottobre 2024. Ma anche il Sismabonus è depotenziato (non si può effettuare la cessione del credito per i lavori di demolizione e ricostruzione), così come il bonus barriere architettoniche, ridotto sia nella platea che nel tipo di interventi permessi. In ogni caso, anche quest'anno restano attive diverse agevolazioni, che permettono di risparmiare fino all'85% in casi particolari.
Come è cambiato il Superbonus 110% nel 2024
Come detto, il Superbonus ha una platea limitata: riguarda solo i condomini, e per le spese effettuate nel 2024 vale il 70%, che diventerà il 65% l'anno prossimo. Il governo Meloni ha previsto una misura di sostegno ai redditi bassi (sotto i 15mila euro) che hanno lavori già ben avviato, cioè completati almeno al 60% il 31 dicembre 2023. Il funzionamento di questo sostegno però non è ancora del tutto chiaro, e i fondi a disposizione saranno pochi. In Parlamento si continua a chiedere una proroga del 110%, ma il governo rimane contrario. Per chi cerca di chiudere i lavori in anticipo, il governo ha stabilito che ci sarà una sanatoria: ci si potrà tenere i crediti maturati fino a fine 2023, invece di restituirli al Fisco.
A chi convengono Ecobonus e bonus barriere architettoniche
L'unico altro bonus che sarà in vigore fino alla fine del 2025 è il bonus barriere architettoniche. Questo permette di avere uno sconto del 75%, ma da quest'anno lo sconto in fattura e la cessione del credito valgono solo se si fanno lavori sulle parti comuni dei condomini, oppure sulla prima casa (se il proprio Isee è sotto i 15mila euro), o ancora se in famiglia c'è una persona con disabilità. Il bonus copre una spesa massima che può variare da 30mila a 5mila euro, ma possono rientrarci solo scale, rampe, ascensori, servoscala e piattaforme elevatrici, mentre sono stati esclusi gli infissi (anche se c'è già una proposta per includerli di nuovo).
L'Ecobonus, come tutti gli altri bonus rimanenti, dovrebbe esaurirsi in questa forma alla fine del 2024. Vale il 65% delle spese, ma la percentuale può cambiare in base al tipo di intervento. Per le parti comuni dei condomini può arrivare al 75%, e nelle zone a rischio sismico all'85%. In quest'ultima situazione, ovvero nelle zone dove si riscontra un alto rischio sismico e si fanno lavori per ridurlo, il tetto massimo di spesa è a 136mila euro. I crediti accumulati si possono scalare dall'Irpef in dieci anni
Quali sono gli altri incentivi: Sismabonus, ristrutturazioni, bonus mobili e bonus verde
Ci sono poi rimanenti bonus, che tendenzialmente si possono applicare in situazioni o per spese più specifiche. Il Sismabonus da solo arriva al 50% delle spese effettuate, con un tetto di 96mila euro. Il bonus ristrutturazione a sua volta vale il 50% con un tetto massimo di spesa fissato a 96mila euro, e copre interventi di manutenzione ordinaria o straordinaria, come i serramenti o il tetto. Il bonus verde riguarda la manutenzione delle aree verdi o la creazione di nuove, e copre il 36% delle spese con un massimo di 5mila euro per unità abitativa. Il bonus mobili permette di detrarre il 50% di quanto si spende per acquistare mobili o grandi elettrodomestici, ma solo a patto che l'acquisto sia fatto per un immobile che sta subendo lavori edilizi.