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Quali sono gli altri 5 referendum ammessi dalla Corte Costituzionale su cittadinanza e lavoro

La Corte Costituzionale ha deciso oggi in camera di consiglio l’ammissibilità di cinque referendum, su cittadinanza, jobs act, indennità di licenziamento nelle piccole imprese, contratti di lavoro a termine e responsabilità solidale del committente negli appalti. Ha dichiarato invece inammissibile il referendum contro l’autonomia differenziata delle Regioni.
A cura di Annalisa Cangemi
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La Corte Costituzionale si è appena espressa sull'ammissibilità di 6 quesiti referendari. Non è stato accolto il quesito che chiedeva l'abrogazione della legge Calderoli sull'autonomia differenziata, mentre su celebreranno gli altri 5 referendum, sulla cittadinanza e sul lavoro. In particolare, i giudici hanno dichiarato ammissibili i 5 referendum su cittadinanza, Jobs Act, indennità di licenziamento nelle piccole imprese, contratti di lavoro a termine, responsabilità solidale del committente negli appalti.

I cittadini saranno chiamati a esprimersi su questi quesiti in una domenica di primavera, una data tra il 15 aprile e il 15 giugno. La Corte dunque ha dichiarato inammissibile il referendum contro l'autonomia differenziata, la legge Calderoli, perché "ha rilevato che l'oggetto e la finalità del quesito non risultano chiari. Ciò pregiudica la possibilità di una scelta consapevole da parte dell'elettore".

"Il referendum – prosegue la Corte costituzionale – verrebbe ad avere una portata che ne altera la funzione, risolvendosi in una scelta sull'autonomia differenziata, come tale, e in definitiva sull'art. 116, terzo comma, della Costituzione; il che non può essere oggetto di referendum abrogativo, ma solo eventualmente di una revisione costituzionale. La sentenza sarà depositata nei prossimi giorni".

Cosa chiedono i quesiti su cittadinanza e lavoro ammessi dalla Consulta

La Corte costituzionale ha deciso oggi in camera di consiglio i giudizi sull'ammissibilità dei referendum che erano stati proposti, tra cui quelli su cittadinanza e Job Act.

In particolare, i 4 referendum, promossi dalla Cgil, a cui i giudici costituzionali hanno dato il loro via libera riguardano la materia del lavoro: si tratta del referendum abrogativo del Jobs act sul contratto di lavoro a tutele crescenti e la disciplina dei licenziamenti illegittimi, oltre al quesito per l'abrogazione parziale delle norme sull'utilizzo dei contratti a termine.

E ancora: un referendum riguarda l'abrogazione parziale delle norme sull'indennità in caso di licenziamenti illegittimi nelle piccole imprese, un altro, invece, tocca il tema degli infortuni sul lavoro negli appalti, e, in particolare, le norme sull'esclusione della responsabilità solidale del committente, appaltatore e subappaltatore.

Infine, via libera della Corte anche al quesito sulla cittadinanza, con il quale si chiede il "dimezzamento, da 10 a 5 anni, dei tempi di residenza legale in Italia dello straniero maggiorenne extracomunitario per la richiesta di concessione della cittadinanza italiana". I proponenti vorrebbero quindi ridurre il periodo di residenza legale continuativa necessario per richiedere la cittadinanza, abbassandolo da 10 a 5 anni. In molti paesi europei, come Francia e Germania, il periodo di residenza necessario per ottenere la cittadinanza è per esempio di 5 anni.

In attesa del deposito delle sentenze, previsto nei prossimi giorni, l'Ufficio comunicazione e stampa fa sapere che la Corte ha ritenuto ammissibili i quesiti referendari perché le rispettive richieste non rientrano in alcuna delle ipotesi per le quali l'ordinamento costituzionale esclude il ricorso all'istituto referendario.

Landini: "Inviteremo a votare 5 Sì"

"Dopo la decisione della Consulta, per quel che riguarda i quesiti sui temi del lavoro e della cittadinanza, si aprirà una grande stagione di partecipazione che metterà al centro le persone e le loro libertà sul lavoro e nella vita", ha dichiarato il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, in merito alla decisione di oggi della Corte Costituzionale sui referendum abrogativi. "Bisogna porre fine alla precarietà, alle morti sul lavoro, ai licenziamenti ingiusti. Occorre – aggiunge il leader della Cgil – dare cittadinanza a migliaia di italiani. Per queste ragioni la Cgil inviterà tutti i cittadini a votare sì a tutti e cinque i quesiti".

"In merito al quesito sull'autonomia differenziata, in attesa di conoscere le ragioni dell'inammossibilità, – ha aggiunto Landini – ribadiamo la nostra convinta contrarietà alla legge. In accordo con tutti i soggetti promotori con i quali abbiamo raccolto le firme per il quesito, metteremo in campo nel Paese tutte le iniziative necessarie per chiedere al Parlamento l'abrogazione della legge Calderoli".

"Ci auguriamo che al più presto venga definita la data della consultazione referendaria per consentire il giusto svolgimento di una campagna elettorale che dia voce alle diverse posizioni sui quesiti".

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