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Quali Regioni sono a rischio zona gialla con il monitoraggio Iss di domani

Il monitoraggio dell’Istituto superiore di sanità di domani dirà se alcune Regioni finiranno in zona gialla a partire dalla prossima settimana. Lo scenario, al momento, sembra abbastanza improbabile, con tutta l’Italia destinata a rimanere in zona bianca. L’occupazione dei posti letto d’ospedale in terapia intensiva e area medica – i nuovi parametri usati dal governo per decidere i colori – varia a seconda delle Regioni: ce ne sono almeno tre che rischiano concretamente la zona gialla entro metà agosto.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Domani, come ogni venerdì, dal monitoraggio dell'Istituto superiore di sanità si sapranno gli eventuali cambi di colore delle Regioni. Il dato da tenere d'occhio non è più né l'indice Rt, né l'incidenza ogni 100mila abitanti, ma l'occupazione dei posti letto in ospedale. Con i nuovi parametri decisi dal governo, e condivisi da enti locali e comunità scientifica, per alcune Regioni la zona gialla si era momentaneamente allontanata, ma nell'arco di poche settimane diversi territori potrebbero lasciare la zona bianca. Alcune Regioni anche entro Ferragosto. Insomma, ancora una volta i dati saranno fondamentali per capire se e come cambieranno le misure restrittive nella propria Regione (o in quella in cui si andrà in vacanza).

Le Regioni che possono andare in zona gialla e perché

Con i nuovi parametri decisi dal governo pochi giorni fa, il fattore determinante per i colori delle Regioni è diventato il tasso di ospedalizzazione: se una Regione supera il 10% dei posti occupati in terapia intensiva e il 15% di quelli in area medica diventa zona gialla, per la zona arancione le soglie sono rispettivamente 20% e 30%, per la zona rossa 30% e 40%. Insomma, per non andare in zona gialla bisogna restare sotto il 10% in rianimazione e sotto il 15% negli altri reparti. I dati dell'Agenas, aggiornati alla sera di ieri 4 agosto, mostrano come ci siano realmente alcune Regioni più vicine alle soglie (c'è chi ne supera una), mentre altre possono stare ancora tranquille:

  • Abruzzo: 1% terapia intensiva, 3% area medica
  • Basilicata: 1% terapia intensiva, 6% area medica
  • Calabria: 3% terapia intensiva, 10% area medica
  • Campania: 2% terapia intensiva, 6% area medica
  • Emilia Romagna: 3% terapia intensiva, 4% area medica
  • Friuli Venezia Giulia: 2% terapia intensiva, 2% area medica
  • Lazio: 5% terapia intensiva, 6% area medica
  • Liguria: 6% terapia intensiva, 2% area medica
  • Lombardia: 2% terapia intensiva, 4% area medica
  • Marche: 2% terapia intensiva, 4% area medica
  • Molise: 3% terapia intensiva, 1% area medica
  • Provincia autonoma di Bolzano: 2% terapia intensiva, 2% area medica
  • Provincia autonoma di Trento: 1% terapia intensiva, 2% area medica
  • Piemonte: 1% terapia intensiva, 1% area medica
  • Puglia: 3% terapia intensiva, 3% area medica
  • Sardegna: 10% terapia intensiva, 5% area medica
  • Sicilia: 5% terapia intensiva, 11% area medica
  • Toscana: 4% terapia intensiva, 4% area medica
  • Umbria: 2% terapia intensiva, 3% area medica
  • Valle d'Aosta: 0% terapia intensiva, 6% area medica
  • Veneto: 2% terapia intensiva, 2% area medica

La Sardegna è l'unica Regione ad aver già raggiunto la soglia per un parametro su due – le terapie intensive al 10% -, ma resterà in zona bianca se non supererà anche il limite del 15% in area medica. A rischio, però, c'è anche la Sicilia, soprattutto per ciò che riguarda i ricoveri non in rianimazione. Stesso discorso vale per la Calabria, dove il dato dell'area medica continua ad aumentare ma, per ora, le terapie intensive restano basse. In ogni caso è molto difficile che con il monitoraggio Iss di domani una delle Regioni superi entrambe le soglie e finisca in zona gialla dalla prossima settimana. Però, se la tendenza al peggioramento dovesse continuare nelle prossime settimane, potremmo vedere le prime zone gialle già prima di Ferragosto.

Quali sono le differenze tra zona gialla e zona bianca

Anche nel caso in cui si dovesse passare da zona bianca a zona gialla, le differenze tra i due colori ormai non sono più così tante, anzi. Considerando che in zona gialla il calendario delle riaperture si è concluso il 1 luglio – anche se in molti non se ne sono accorti perché nella seconda metà di giugno l'Italia era già praticamente tutta bianca – le restrizioni rimaste sono sostanzialmente due: in zona gialla è obbligatoria la mascherina ovunque, anche all'aperto, e cambia il limite delle persone non conviventi che possono sedersi al tavolo del ristorante. In zona bianca il limite all'aperto non c'è, mentre al chiuso è di sei persone. In zona gialla il limite massimo è quattro dentro e quattro fuori. Per il resto non c'è comunque il coprifuoco, non ci sono nuove chiusure, non ci sono orari particolari da seguire, né limitazioni agli spostamenti.

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