Quali Regioni rischiano la zona gialla: i dati su incidenza, ricoveri e terapie intensive
La Sicilia resterà in zona gialla, ma non è detto che non possa essere raggiunta presto anche da altre Regioni. Gli ultimi dati sull’incidenza e sull’occupazione dei posti letto nei reparti Covid e in terapia intensiva fanno intravedere luci e ombre: da una parte ci sono alcuni territori che sembrano fuori, almeno per il momento, dal rischio di perdere la zona bianca, mentre dall’altra qualcuno rischia di andare incontro a nuove restrizioni. Sono tre i criteri che comportano il passaggio dalla zona bianca alla zona gialla: si hanno maggiori restrizioni quando l’incidenza supera i 50 casi ogni 100mila abitanti, l’occupazione delle terapie intensive è sopra il 10% e quella dei reparti di area medica supera il 15%. Condizioni già raggiunte dalla Sicilia, ma che anche Sardegna e Calabria potrebbero raggiungere. Vediamo quali sono le Regioni più a rischio basandoci sugli ultimi dati forniti da Agenas.
I dati sull’incidenza: meno Regioni rischiano zona gialla
I dati sull’incidenza rilasciati da Agenas sono aggiornati al 5 agosto e riguardano la settimana appena trascorsa. A livello nazionale il valore si attesta a 69,12, in calo rispetto ai sette giorni precedenti. Vediamo il dato per ogni territorio:
- Abruzzo: 47,30 in calo
- Basilicata: 65,25 in calo
- Calabria: 100,52 in calo
- Campania: 49,49 in calo
- Emilia-Romagna: 82,35 in calo
- Friuli-Venezia Giulia: 72,29 in aumento
- Lazio: 45,33 in calo
- Liguria: 58,24 in calo
- Lombardia: 38,24 in aumento
- Marche: 67,63 in calo
- Molise: 36,27 stabile
- Bolzano: 84,11 in aumento
- Trento: 36,85 in calo
- Piemonte: 37,07 in calo
- Puglia: 39,31 in calo
- Sardegna: 102,38 in calo
- Sicilia: 176,40 in calo
- Toscana: 93,62 in calo
- Umbria: 79,07 in calo
- Valle d’Aosta: 17,60 in calo
- Veneto: 87,97 in calo
La maggior parte delle Regioni continua quindi ad avere un’incidenza che comporta un rischio di zona gialla, ma alcune sono invece scese sotto la soglia dei 50 casi settimanali. Non rischiano, per il momento, di perdere la zona bianca: Abruzzo, Campania, Lazio, Lombardia, Molise, Trento, Piemonte, Puglia e Valle d’Aosta. In generale sono molti i territori in cui l’incidenza è in calo rispetto alla settimana precedente, mentre la crescita è circostanziata a poche Regioni e spesso in maniera lieve.
Rischio zona gialla: i dati di ricoveri e terapie intensive
Per quanto riguarda l’occupazione dei posti letto in ospedale, siamo al 6% sulle terapie intensive e al 7% sui ricoveri in area medica a livello nazionale. Vediamo i dati Regione per Regione per capire quali rischiano la zona gialla ricordando che la prima cifra è quella relativa alle rianimazioni e la seconda riguarda l’area non critica:
- Abruzzo 3% – 6%
- Basilicata 3% – 12%
- Calabria 8% – 18%
- Campania 6% – 10%
- Emilia-Romagna 6% – 5%
- Friuli-Venezia Giulia 9% – 3%
- Lazio 7% – 7%
- Liguria 4% – 4%
- Lombardia 4% – 6%
- Marche 10% – 6%
- Molise 0% – 7%
- Bolzano 5% – 6%
- Trento 0% – 3%
- Piemonte 4% – 3%
- Puglia 4% – 8%
- Sardegna 13% – 14%
- Sicilia 14% – 23%
- Toscana 10% – 8%
- Umbria 8% – 7%
- Valle d’Aosta 0% – 0%
- Veneto 4% – 3%
Da tenere d’occhio è la situazione della Sardegna, dove è aumentata l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva (già oltre la soglia) ma si resta ancora al 14% (un punto sotto il limite) per quanto riguarda l’area medica: considerando questi dati il rischio di un ulteriore peggioramento nelle prossime ore per l’isola è concreto e l’ipotesi della zona gialla dalla prossima settimana non può essere escluso. Altra Regione a rischio è la Calabria, dove le intensive sono occupate all’8% ma i ricoveri hanno già superato la soglia: bisogna quindi evitare un aumento del 2% dei ricoveri in rianimazione per rimanere in zona bianca. Nessun’altra Regione sembra vicina ai valori soglia, anche se vanno ugualmente monitorati alcuni dati come quelli di Toscana, Umbria, Marche e Campania. In ogni caso gli aumenti registrati negli ultimi giorni in quasi tutte le Regioni sembrano non essere particolarmente preoccupanti, almeno non nell’immediato.