Quali Regioni rischiano la zona gialla dalla prossima settimana con il monitoraggio Iss di domani
Il monitoraggio dell'Istituto superiore di sanità di domani, insieme alla cabina di regia, deciderà se e quali Regioni dovranno cambiare colore a partire da lunedì 6 settembre. Al momento tutta l'Italia è in zona bianca tranne la Sicilia, che si trova in zona gialla e che presto potrebbe non essere più sola. Sembra solo una questione di tempo prima che le altre Regioni la raggiungano, soprattutto alcune. Per capire i nuovi colori dalla prossima settimana e provare a ipotizzare cosa succederà nel resto di settembre, bisogna guardare ancora una volta ai dati: occupazione dei posti letto d'ospedale in terapia intensiva e in area medica Regione per Regione. Alcune rischiano di andare in giallo già da lunedì prossimo, altre si avvicinano alle soglie da non superare, ma resteranno ancora in zona bianca.
Le Regioni che possono andare in zona gialla dal 6 settembre
La regola è chiara: non superare il 10% di occupazione dei posti in terapia intensiva e il 15% di quelli in area medica, altrimenti si passa da zona bianca a zona gialla. I dati che prende in considerazione il monitoraggio Iss del venerdì, però, sono quelli del martedì precedente – quindi in questo caso del 31 agosto – quando l'unica Regione con valori oltre la soglia (Sicilia a parte) era la Sardegna: 13% in terapia intensiva e 15% in area medica. Il valore percentuale, rilevato da Agenas appena sopra la soglia, potrebbe rivelarsi ancora leggermente inferiore e risparmiare alla Sardegna la zona gialla per un'altra settimana, ma leggendo questi numeri dovrebbe lasciare la zona bianca lunedì. I dati aggiornati a ieri, invece, sono utili per cominciare a capire le tendenze per la prossima settimana e per le Regioni che rischiano la zona gialla dal 13 settembre:
- Abruzzo: 3% terapia intensiva, 7% area medica
- Basilicata: 2% terapia intensiva, 12% area medica
- Calabria: 9% terapia intensiva, 17% area medica
- Campania: 4% terapia intensiva, 10% area medica
- Emilia Romagna: 6% terapia intensiva, 5% area medica
- Friuli Venezia Giulia: 7% terapia intensiva, 4% area medica
- Lazio: 8% terapia intensiva, 7% area medica
- Liguria: 4% terapia intensiva, 4% area medica
- Lombardia: 3% terapia intensiva, 6% area medica
- Marche: 9% terapia intensiva, 7% area medica
- Molise: 0% terapia intensiva, 5% area medica
- Piemonte: 3% terapia intensiva, 3% area medica
- Puglia: 4% terapia intensiva, 9% area medica
- Sardegna: 12% terapia intensiva, 14% area medica
- Sicilia: 13% terapia intensiva, 23% area medica
- Toscana: 9% terapia intensiva, 8% area medica
- Umbria: 7% terapia intensiva, 7% area medica
- Valle d'Aosta: 0% terapia intensiva, 0% area medica
- Veneto: 5% terapia intensiva, 3% area medica
- Provincia autonoma di Bolzano: 4% terapia intensiva, 5% area medica
- Provincia autonoma di Trento: 0% terapia intensiva, 4% area medica
Abruzzo e Liguria sono le Regioni in miglioramento più netto, con la Valle d'Aosta che non ha neanche un ricoverato per Covid in ospedale da diversi giorni. La Sicilia, invece, continua a peggiorare: con queste percentuali nelle prossime settimane potrebbe addirittura finire in zona arancione. La Sardegna (se dovesse evitare la zona gialla da lunedì, ma sembra improbabile) e la Calabria rischiano di cambiare colore molto presto.
Le differenze tra zona gialla e zona bianca: torna la mascherina
Le regole sono quasi uguali tra zona gialla e zona bianca, le differenze sono poche ma fondamentali, spiegate dalle nuove faq del governo: torna la mascherina in ogni occasione, sia all'aperto che al chiuso. In zona bianca, invece, non era più obbligatoria all'esterno da due mesi a questa parte. L'altro cambiamento tra le due fasce di colore riguarda la ristorazione: in zona bianca non ci sono limiti di persone sedute allo stesso tavolo all'aperto, mentre al chiuso il tetto è di sei; in zona gialla torna il limite dei non conviventi al tavolo, che possono essere massimo quattro sia dentro che fuori. Per il resto in zona gialla, grazie al calendario delle riaperture stabilito dal governo durante la scorsa primavera, non sono più in vigore le altre misure restrittive: niente limitazione agli spostamenti né coprifuoco, le attività sono tutte aperte tranne le discoteche.