Quali Regioni rischiano di perdere la zona gialla a causa dell’indice Rt
Da lunedì 10 maggio l’Italia sarà quasi tutta in zona gialla, con le uniche eccezioni di Sardegna, Sicilia e Valle d’Aosta. Ma il rischio che la situazione cambi in fretta per molte Regioni è concreto ed è giustificato soprattutto dall’incidenza di un solo parametro, quello dell’indice Rt, in risalita in quasi tutte le zone gialle. In caso di indice Rt sopra 1 le Regioni dovrebbero entrare in zona arancione, anche se non è l’unico criterio che va considerato. Una situazione che potrebbe verificarsi nonostante un calo dei positivi e dei ricoveri e un aumento dei vaccinati. Tra le Regioni in zona gialla ce ne sono due che già registrano un Rt sopra 1: Bolzano e Molise. Ma ce ne sono tante altre che si stanno pericolosamente avvicinando a questa soglia, nonostante una situazione epidemiologica sotto controllo. Si tratta di: Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Trento, Puglia, Umbria e Veneto, tutte al di sopra di 0,9. Motivo per cui le Regioni chiedono di cambiare i parametri e non dare più tutta questa importanza all’indice Rt.
Fedriga chiede di rivedere il criterio dell’indice Rt
La richiesta di cambiare i parametri viene in primis dal presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga: “Il sistema dell’Rt ha dato buoni risultati in altre fasi dell’epidemia, ora rischia di produrre incongruenze”. Oggi, in un’intervista al Corriere della Sera, Fedriga ribadisce il concetto: “Ora che i numeri si sono ridotti insistere con l’Rt rischia di essere distorsivo. Vanno rivisti i parametri”. Posizione condivisa da tanti presidenti di Regione, a partire da Luca Zaia in Veneto. Nel Lazio è l’assessore alla Salute, Alessio D’Amato, a rivolgere lo stesso appello: “Bisogna rivedere il peso del coefficiente dell’Rt o tutta Italia sarà in arancione senza un reale motivo”.
Quali Regioni rischiano di perdere la zona gialla per l’Rt
Un innalzamento dell’indice Rt, quindi, può portare molte Regioni in zona arancione, anche se in effetti nelle ultime settimane questo automatismo non è spesso stato rispettato. Secondo l’ultimo monitoraggio, pubblicato ieri, tra i territori in zona gialla con indice Rt sopra 1 ci sono Bolzano (1,07) e Molise (1,25), rimaste entrambe in giallo per una classificazione complessiva del rischio bassa o moderata. Per il Molise, peraltro, l’Rt era a 1 già la settimana precedente. Ci sono poi tante Regioni che hanno valori al limite rispetto alla soglia di 1: Emilia-Romagna 0,92, Lazio 0,91, Liguria 0,96, Lombardia 0,92, Marche 0,94, Trento 0,97, Umbria 0,93, Veneto 0,95. In tutti questi territori l’Rt è in aumento, così come in Piemonte dove, però, il dato è più basso (0,84). Al contrario l’indice Rt è vicino ai valori soglia ma in calo in Puglia (0,91) e Toscana (0,88). Altra situazione ancora è quella della Campania: la scorsa settimana registrava un Rt superiore a 1, ora è sceso a 0,95 ma ancora vicino alla soglia d’allerta. Tutte queste Regioni, quindi, se non dovessero cambiare le regole sull’Rt rischierebbero di perdere la zona gialla e tornare alle chiusure di molte attività.